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martedì 19 luglio 2016

La Francia ci è o ci fa

La cosa che più fa impressione, scontati i tantissimi morti, gli invalidi, i sofferenti, della strage di Nizza il 14 luglio, è l’inefficienza. Della prevenzione e della risposta. Di un Paese e un apparato di sicurezza che in teoria erano al massimo allarme, poche ore dopo la conclusione dell’Europeo di calcio.
Cinque giorni per ritrovare e riconoscere le vittime: come sono stati organizzati i soccorsi? E l’attentatore? E i favoreggiatori?
A minuti dalla strage in Tunisia (in Tunisia…) si sapeva tutto dell’attentatore. Di cui in Francia si storpiava il nome. Un delinquente notissimo, per i tanti precedenti, di cui la Francia non sapeva nulla, e stenta a saperne. Che dialogava e minacciava online, scopertamente. Con un camion frigorifero mammut, che avrà rubato. Che guidava a zig-zag. Passando senza controlli cinque posti di blocco a protezione del’aera pedonale..
La Francia non è una repubblica delle banane. E dunque? Sul serio la minaccia islamica viene presa sul serio?


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