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lunedì 18 luglio 2016

Ma l’America è Trump

Si fanno agguati ai poliziotti, da parte dei neri, dopo gli scontri razziali di Dallas e Baton Rouge. Cinque poliziotti uccisi e 19 feriti a Dallas, e altri poi a Saint Louis, in Georgia e a Louisiana. Dove, a Baton Rouge, tre neri sono stati fermati che “cercavano armi e pallottole per sparare alla polizia”, uno di venti anni, uno di diciassette e uno di tredici. Ma si sono avuti lo stesso tre poliziotti uccisi e tre feriti. Per mano di un cecchino eroe di guerra, giovane, considerato, determinato. Trentacinque ne sono stati uccisi quest’anno, l’anno scorso negli stessi mesi la metà.
È guerra contro la polizia, dunque. Che negli Usa ha licenza di uccidere. Nel 2015 la polizia americana ha ucciso 1,152 persone, per un terzo neri. I repubblicani che vanno armati alla convention di Cleveland, perché lo Stato dell’Ohio glielo consente, sono folklore al confronto. L’irruento Trump quasi una macchietta.
Gli Stati Uniti sono violenti con diritto. E la presidenza molle di Obama ha acuito la violenza. Al vecchio sospetto razziale minacciando concretamente ora di sovrapporre quello religioso. Per l’Is, che il ritiro dal Medio Oriente, inopportunamente perfino annunciato, con solennità, al Cairo, ha ingigantito fuori misura. E più per il ribellismo islamista diffuso, il terrorismo.   
Nella presidenza Obama si è riacuito anche il pregiudizio razziale, di cui la figura stessa del presidente sembrava la cancellazione definitiva. Per gli in dubbi eccessi anti-minoranze dell’azione repressiva. La polizia non ha solo licenza di uccidere. Il 64 per cento dei carcerati sono neri o ispanici, la cui quota sull’0insieme della popolazione è solo del 37 per cento.
Se Trump è sintomo di una malattia, mlati sono gli Stati Uniti – ma no, sono gli Usa di sempre, che però vogliono essere governati da mano ferma.

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