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lunedì 12 dicembre 2016

La differenziata è dell’appaltatore

Si diffonde come un contagio la raccolta differenziata dei rifiuti, dopo decenni di renitenza. Ci sono ora soldi per questo. Ma senza criterio. Si fa raccolta indifferenziata di molti rifiuti che sarebbe agevole riciclare: vernici e colori, legno, carte da cucina e da forno, cancelleria, etc. Quasi ovunque vengono esclusi i rifiuti più comuni, gli umidi – e anche più facili da riciclare. O allora vengono raccolti col cucchiaino.
Si riproducono in campagna i moduli di raccolta urbani. Un sacchetto minuscolo, che la cosa più ingombrante che contiene è la cacca degli animali domestici, dove si consumano ogni giorno chilogrammi di verdure, ortaggi e frutta. Nelle campagne irrigue e nelle zone umide, per esempio nella virtuosa Toscana, di potatura frequente e abbondante, con cespi da ripulitura di lattughe, cavoli, finocchi, carciofi, niente che li raccolga per il compost. O altrimenti sacchettini minuti, trenta per trenta, delicati, trasparenti, per i radi fiori e le foglie delle piante da balconcino.
Il riciclo più conveniente e più facile non si fa. Perché non c’è un servizio, c’è un appalto. L’ultima trovata della fiera dello sfruttamento, cioè della corruzione.

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