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martedì 17 gennaio 2017

Recessione – 60

Il 30 per cento delle 800 persone che vanno a prendere un pasto alla mensa di Sant’Egidio a Roma sono italiani. Nel 2007 gli italiani erano l’1 per cento.

Più italiane tra colf e badanti secondo il dato Inps: oltre il doppio dal 2008. Erano il 9,1 per cento, quelle assunte regolarmente, nel 2008, erano il 19,1 per cento a fine 2015.

L’Italia è ufficialmente in deflazione. A dicembre l’Istat ha certificato un calo dei prezzi dello 0,1 per cento. È l’effetto della debolezza dei consumi, cioè del reddito disponibile. Ma ognuno paga aumenti a doppia cifra per la spesa alimentare, i trasporti, l’energia.

Lo stesso Istat lo conferma: la deflazione c’è benché a dicembre i prezzi siano aumentati dello 0,4 per cento. Per gli aumenti dei generi alimentari di prima necessità, delle tariffe elettriche e del gas, dei trasporti.

L’Italia è stata – è – in deflazione come nel 1959. Ma allora in pieno boom, di un’Italia in ascesa, oggi in inarrestabile discesa, da venticinque anni ormai, dal 1992.

Lo “sviluppo inclusivo” del World Economic Forum mette l’Italia al ventisettesimo posto fra i trenta paesi più ricchi. Molto indietro per occupazione giovanile, infrastrutture, scuola.

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