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martedì 11 aprile 2017

Una giustizia napoletana e giornalistica

Un’inchiesta esemplare, si può già dire quella a carico di Renzi padre, ma in senso negativo, di una certa giustizia; per la vastità, la superficialità, la napoletanità, e la mediaticità.
Travaglio, “Il Fatto Quotidiano” e i media in generale ci hanno vissuto per settimane.
Una inchiesta sugli appalti della Consip – legali e legittimi – è stata allargata abusivamente al presidente del consiglio, al sottosegretario alla presidenza del consiglio, e a due generali dei Carabinieri. Uno tra l’altro, Del Sette, comandante dell’Arma. Per ascoltarne le conversazioni.
Un’indagine di questa portata impiantata dal Nucleo ecologico dei Carabinieri – cioè le vecchie  Guardie forestali. E ad esso affidata. Cioè, per il Noe, a un ufficiale già distinto per un’inchiesta altrettanto vasta e sballata: una fantomatica inchiesta sulla metanizzazione di Ischia inventata per intercettare i telefoni di Renzi e D’Alema (ricavandone solo una telefonata tra Renzi e il comandante della Guardia di Finanza di Firenze Adinolfi, nella quale Renzi criticava Letta… che segreto!)  
Colpisce anche la napoletanità. Dei giudici e degli inquirenti, Scafarto compreso.

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