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lunedì 31 luglio 2017

L’identità europea è unitaria

Il “Viaggio nell’anima dell’Europa” che Ossola sta completando per il “Sole 24 Ore” la domenica l’aveva anticipato a un convegno quindici anni fa della Fondazione Cini. Di cui questa pubblicazione contiene gli atti, con saggi di una ventina di studiosi, italiani e europei – tra essi Raimondi, Furio Diaz, Carena, Ritter Santini, Fumaroli, Strada, Olender . L’Europa è cambiata, molto, nel Millennio, ma l’idea di Europa del filologo no: l’identità dell’Europa è unitaria. Già da Alessandro Magno - e fino a Hitler. Anzi già dalla, seppure specialissima, cartografia mediterranea del viaggiatore Ulisse.
È l’idea dell’Impero Romano, di Carlo Magno, di Carlo V, di Napoleone. Di progetti non tutti commendevoli, insomma. È l’Europa anche delle Crociate, e poi della tratta dei negri e del  colonialismo (che qui mancano), oltre che dei pellegrinaggi, dei santi condivisi. Ma, è vero, l’Europa delle tante lingue e piccole patrie si riconosce unitaria: si vede come territorio unico e si vorrebbe in qualche modo unita. Di una cultura, soprattutto, condivisa. In una scena che si vuole unita: hanno viaggiato dal catai a Parigi i paladini di Ludovico Ariosto, e da Cartagine in rovina a Gerusalemme gli eroi del Tasso. Vico era scrittore europeo, come poi Beccaria, gli Illuministi, etc.
Una considerazione dello stesso Ossola va però tenuta a mente. E non come fatto incidentale come lo studioso sembra assumere. Spesso, dai suoi confini, come se implicassero una visione potenziata, l’Europa ha contemplato la sua fine. Dalla navigazione di Rutilio Namaziano, “De Reditu”, o dalla “Mosella” di Ausonio, alla Port-Bou di Walter Benjamin.
Carlo Ossola (a cura di), Europa: miti di identità, Marsilio, remainders, pp. XVI-288, ill., € 12,91

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