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sabato 11 novembre 2017

La prossima guerra civile in Libano

Fallita la Siria, ci prova in Libano? La terza o quarta guerra civile, l’ennesima, è temuta in Libano a opera dell’Arabia Saudita, col supporto di Israele. Da cristiani e islamici insieme, i sunniti come gli sciiti, anche se i sunniti sono quelli che l’Arabia Saudita dice di proteggere.
Non era finito lo sconcerto per le dimissioni del premier Saad Hariri, pronunciate, o meglio consegnate, a Riad, dov’era a rapporto dall’uomo forte del regime saudita, Mohamed ben Salman, che la paura è subentrata di un intervento di Israele. Che agirebbe da detonatore per l’ennesimo scontro in Libano tra sciiti e sunniti, e poi da retrovia per i rifornimenti sauditi ai sunniti.
Come sempre in Medio Oriente, immaginazione e realtà si confondono. Ma alcuni punti fermi ci sono. Israele è all’erta. La guerra civile in Siria è stata promossa e sostenuta dall’Arabia Saudita, che ora ne deve constatare il fallimento. E di Hariri, il premier libanese dimissionario, nessuno dubito che non sia prigioniero dei sauditi. Formalmente Hariri si è dimesso, ma è in Arabia Saudita da una settimana senza che se ne abbia notizia. Inoltre, si è dimesso a Riad. Roba da Valentino, il prncipe d Machiavelli, o da zar russo, che convocavano i nemici per fare la pace e li sterminavano, ma il fatto non è dissimile.
Il padre di Hariri è stato assassinato dodici anni in un attentato degli Hezbolah, la milizia sciita libanese sostenuta dagli ayatollah iraniani. Il figlio però governa – governava – con il sostegno degli Hezbollah.
Il patriarca cattolico (maronita) libanese, cardinale Beshara Rai, ha preso l’iniziativa di un colloquio a Riad col principe saudita per capire cosa succede. È un fatto insolito, anzi senza precedenti: i cristiani  in Libano non hanno mai pensato di dipendere dall’Arabia Saudita, un mondo ai loro antipodi. Ma dopo quanto è successo in Siria, non escludono più nulla.
Per i cristiani potrebbe essere la fine. Nella prima, lunga guerra civile, durata quindici anni dal 1975, furono salvati dall’energia di papa Giovanni Paolo II, che portò all’intervento dei marines americani e dei bersaglieri come forze di dissuasione. Oggi la chiesa non avrebbe più nessun ruolo.
Le preoccupazioni che manifesterà il patriarca maronita le avrebbe espresse il presidente francese Macron, che ha voluto incontrare l’uomo forte di Riad, a margine di una visita di Stato nei confinanti Emirati. Ma la Francia è legata al reame saudita da un solido accordo di forniture militari, conclso due anni fa, quando Macron era ministro dell’Economia.
Un’alleanza, anche solo di fatto, tra Israele e Arabia Saudita ha per ora dell’inconcepibile, ma a Beirut non si escude nulla – il Medio Oriente è fertile. Pochi dubitano in Libano che Israele non approfitterà del fronte riaperto tra sciiti e sunniti in Libano per una nuova invasione al Sud del apese, una “terza guerra libanese” dopo quelle del 1982 e del 2006.

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