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mercoledì 14 febbraio 2018

L’invasione cinese

La Cina non punta gli Usa, punta l’Europa. Con gli Stati Uniti va verso una coabitazione, o meglio una cogestione. Dei commerci e probabilmente, in un futuro non  remoto, degli equibri strategici di potenza. Sull’Europa punta forte, in tutti i settori, a partire dalle infrastrutture: porti, flotte ferrovie, autostrade, la Cassa Depositi e Prestiti. Senza riguardi – il cinese è cerimonioso ma deciso.
L’Iniziativa 16+1, o China-Ceec (Central and Eastern European Countries) - nell’ambito del progetto Via della Seta per legare la Cina all’Europa con le infrastrutture, marittime, ferroviarie, stradali - vede la Cina collaborare direttamente con i 16 apesi dell’Est europeo ex Jugosalvia e ex Unione Sovietica (ma non la Russia, nemmeno l’Ucraina). Undici dei sedici fanno parte dell’Unione Europea, ma il rapporto di Pechino è bilaterale con i apesi interessati.
Gli investimenti sono pealtro diversificati, nei 16 e in tutta Europa. In tutti i settori, anche nell’industria e nella finanza. Comprese le squadre di calcio,  anch’esse rientrano in una strategia, con i diritti tv (MediaPro) per il calcio spnagolo e quello italiano, la metà del continente – con la moneta inconvertibile, ogni investimento all’estero deve essere autorizzato.

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