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sabato 17 febbraio 2018

Ombre - 404

L’assessore veneto a Roma Colomban, come già i milanesi Minenna e Raineri, l’architetto Berdini e un’altra mezza dozzina di nome minore, qualcuno anche romano,  assessori dimissionari o dimissionati nelle giunta 5 Stelle al Campidoglio, va per giornali criticando la sindaca Raggi e il grillismo. Ma chi ce li ha messi l’, Colomban, Berdini, Minenna, Raineri e tutti gli altri – una dozzina di poltrone girevoli in un anno e mezzo?

Grande pubblicità e molti mezzi alla Rai per il docufilm su De André. E poi lo si fa parlare, per sei ore, forse sette, con un noioso accento romanesco. Accanto ai soliti blala indistinguibili delle parti femminili, per le quali contano le forme, per le inevitabili scene di letto, e non la dizione. La Rai che fa tanto cinema, aiuta il cinema oppure lo seppellisce?

La marijuana è ora, fatta la legge, miracolosa. Al PalaCavicchi a Roma se ne presentano “le infinite e ancora in gran parte sconosciute proprietà”. La cannabis cura e previene i tumori e i disturbi alimentari. È utile per la prevenzione e la cura delle malattie infantili. È adatta alle costruzioni antisismiche e energeticamente efficienti. Favorisce la bonifica naturale dei terreni inquinati. La panacea.

Il Grande Giornalista Michael Wolff s’inventa l’obiettivo di concorrere per non vincere - “Poter raccogliere tutti i frutti dell’essere quasi arrivato alla presidenza” – l’obiettivo di Trump. Che quindi non è stato eletto dagli americani, ma dal caso.
Wolff è giornalista di “The Hollywood Reporter” e “GQ”, quotati per i pettegolezzi: più solenni meglio si vendono. Ma il “Corriere della sera” gli monta un “dialogo” con i milanesi.

Quando gioca la Juventus in Champions League, Mediaset, che ne ha i diritti, non la fa vedere in chiaro, benché la squadra torinese vanti un tifoso su tre, e nemmeno in highlight, non programma il solito “speciale Champions League”. Meglio tagliarseli, pur di non dare soddisfazione agli Agnelli.
Il capitalismo all’italiana si fa così: quando Berlusconi era a Palazzo Chigi propagandava le vetture tedesche.

Procede implacabile il surplus commerciale tedesco, per un totale di 262 miliardi secondo il governo, che la Bundesbank ricalcola (beni e servizi) in 292 miliardi. Un riaggiustamento è escluso – non uno pilotato, che il presidente della Bundesbank Weidmann definisce “esercizio futile”.

Il direttore del museo Egizio a Torino, Christian Greco, fa lo sconto agli arabi, spiega a Paolo Griseri di “la Repubblica”, “come gesto di dialogo: portare qui i migranti serve a integrarli”. Certo. E gli altri africani? E gli altri asiatici? La verità è che il direttore si è confuso: gli egiziani non sono arabi, solo parlano l’arabo, e a nessun arabo viene in mente che i faraoni sono storia sua.

Gli arabi son anche suscettibili, che si ignori la storia loro, confondendoli. Greco, che si è fatto un curriculum da scrittore americano – insegnante, maître d’hotel, guida al museo di Ostenda - poteva anche farsi una gita al Cairo. Da curatore della parte egizia del museo di Leida, quale in realtà è stato per molti anni.

Arriva Erdogan, Roma si chiude in suo onore, il Vaticano schiera le sue donne per la first lady turca, poi la coppia torna a Ankara e fa sequestrare una nave appoggio dell’Eni, con un atto di pirateria. Silenzio. Nemmeno panico: silenzio. Possibile che l’Europa non sappia riconoscere il linguaggio islamico, del pugno duro e della faccia feroce? Dopo mille e cinquecento anni.

C’è molto rispetto per Erdogan, anche se imprigiona i giornalisti. E per la Turchia parte della Nato, anche se lavora con Putin, invade isole greche, uccide i curdi siriani alleati degli Stati Uniti, si annette il gas di Cipro - tra l’altro contro gli interessi italiani, che hanno condotto le ricerche, con forti investimenti. Che cos’è la Nato?

Scalfari evoca domenica su “la Repubblica” il caso Piccardi, che divise e subito dopo affossò il partito Radicale, dei liberali di sinistra. Per dire che il “caso Macerata” può affossare ora il Pd. Ma non dice come. “La Repubblica” apre con “Le piazze della sinistra - «No ai nuovi fascismi»”. Senza una sola riga in due pagine per stigmatizzare la “guerriglia” a Macerata e a Piacenza. Che tutti hanno visto in televisione. La sinistra scendeva in piazza per Berlusconi? 

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