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mercoledì 26 settembre 2018

Africa incognita

“L’Africa appare morta – qualcosa che forse non è mai stato vivo”. Non è la sola provocazione. “Le folle di mendicanti”. “Gli innumerevoli lustrascarpe in una terra senza scarpe”. L’Africa è “un pachiderma planetario abitato e percorso da insetti lievissimi e provvisori”. Una “menzogna” europea. Ma, a parte questi sobbalzi, niente: l’Africa Manganelli sembra non averla vista.
Ne aveva I mezzi, che qua e là lampeggiano. Il Sudan “misteriosa invenzione geografica”,  lo Stato allora più grande dell’Africa. O l’Etiopia, che “ha come punto di riferimento culturale il Mediterraneo”. Ma fu viaggiatore forse controvoglia. All’Africa rimprovera “il mito del XXmo secolo”, cui sarebbe succube, e rimprovera l’isolamento. Inviato peraltro incongruo della società Bonifiche nel 1970 per esplorare l’idea di una Panafricana, una strada dal Cairo a Nairobi-Mombasa e a Dar-es-Salaam. Se la cava con i ghirigori, troppi – Viola Papetti ne ha riordinato i rapporti al committente, il dirigente di Bonifiche Carlo Castaldi, riproducendone qui la prima redazione, rifiutata perché troppo negativa.
Non si può fargliene una colpa, la letteratura di viaggio non è specialità italiana. Del resto nulla è di più sconosciuto in Italia dell’Africa, che pure è stata scoperta prima di Gesù Cristo. E malgrado le avventure coloniali,  compreso il “mal d’Africa” – anche Montanelli si portava dietro la “sciarmutta” (Malaparte no, ma forse non scopava). Lo stesso Manganelli lo sa, anche se non nello specificio, non delle sciarmutte. Sa della “menzogna dell’Africa, illuminante figura retorica che riassume secoli di fantasie di liberazione, essenzialità, solitudine”. Ma dietro la figura retorica niente. Nemmeno nel suo resoconto: il “sorprendente catalogo di simboli” cui accenna, “qualcosa che serve a chiarire il malessere europeo”, resta ignoto.
Sul “malessere europeo” invece è informato e chiaro, tanto più alla lettura oggi, mezzo secolo dopo che ci ha riflettuto e ne ha scritto, in breve, nella pagina iniziale. L’Europa vive un tempo senza tempo, per questo si consuma. Lo sguardo europeo sul continente ignoto, questo sì, merita la lettura.

Giorgio Manganelli, Viaggio in Africa, Adelphi, pp. 71 € 7

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