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venerdì 1 febbraio 2019

I francesi sono conservatori


Duras discute con Mitterrand distesamente, in cinque colloqui tra luglio 1985 e aprile 1986, a casa sua e all’Eliseo, di tutto e di niente. Dei ricordi comuni di gioventù, nella Resistenza e dopo, delle case di Mitterrand, dove a Duras è capitato più volte di abitare, della Francia gallo-celta, dell’Africa, molto, di Israele, di Reagan – che per Duras è l’America “vera”, tenace, onesta – e della famiglia di Mitterrand, otto tra fratelli e sorelle, che il presidente riunisce una volta l’anno, con figli, nipoti e bisnipoti, “un centinaio di persone”. Per un settimanale nuovo, “L’Autre Journal”. Poi raccolti in volume dalla stessa Duras, qui prefati dalla figlia di Mitterand, Mazarine Pingeot.
Con alcuni allegati. Su Robert Antelme, il primo marito di Duras. Un ricordo di Duras morente, di Yann Andréa, ultimo compagno della scrittrice, suo erede. La testimonianza di Jean Munier, il responsabile del servizio dordine del gruppo di Mitterrand nella Reiìsistenza, su come sfuggì allarresto in casa di Antelme e Duras. E con molte note di chiarimento. Soprattutto sulla questione di cui Duras ha trattato nei racconti “Il dolore” e “Il Signor X., qui detto Rabier”, e tratta qui diffusamente nel primo colloquio con lo stesso Mitterrand: la sua frequentazione nell’estate del 1944, alla vigilia dell’evacuazione tedesca di Parigi, con l’agente francese della Gestapo che ha arrestato e deportato Antelme.
Molteplici i punti di interesse, per durasiani e non. Non si traduce, unico libro di Duras non tradotto, per le sue censure contro il partito Comunista? Ancora trentasei anni dopo l’espulsione per antistalinismo, Duras ce l’ha col partito Comunista francese -“la delazione costante eretta a principio”: “Non ci sono che quelli che li hanno frequentati da vicinissimo che li conoscono in modo definitivo, come me. Sono gli stessi del 1945. Allucinante. Ciò che c’è di nuovo, ora è che sanno che è finita”.
Mitterrand è grande conversatore. Sul colonialismo. Sull’Africa indipendente, sui suoi problemi anche di politica interna – di cui l’Italia continua a essere tanto ignorante.  Sulla natura dei francesi, in particolare, conservatori e anche restii alla politica, il popolo della rivoluzione. Sono sempre contadini, anche se I contadini professionali sono ora una minima parte della popolazione: non contestano l’autorità ma non l’accettano, sono sempre i galli che andavano a protestare da Astérix - le considerazioni di Mitterrand spiegano tutto dei gilets jaunes.
A Verdun nel 1940 Mitterrand coscritto ricorda i tedeschi, “una fanteria di truppe SA, estremamente vigorosa, sveglia, giovane, pantaloni corti, bagagli leggeri, mitra mobile”, confrontata dai francesi che, quado marciavano, avevano 30 chili sulle spalle, con le fasce mollettiere ai piedi, “non si poteva correre”, e vecchi fucili pesanti. È tutta qui la drôle de guerre  dal 3 settembre 1939 al 10 maggio 1940, della strana guerra, guerra farsa, non combattuta e subito perduta contro Hitler.
Marguerite Duras-François Mitterrand,  Le bureau de poste de la rue Dupin et autres entretiens, Folio, pp. 187 € 6,20

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