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mercoledì 1 maggio 2019

La sovranità è rivoluzionaria


“La sovranità è un concetto talmente democratico che è richiamato nel primo articolo della nostra Costituzione. Oggi, invece, chiunque contesti la mondializzazione viene considerato un fascista”. Mentre la vera sinistra, quella storica, ha sempre guardato con sospetto le cessioni di sovranità, alla Nato o altrove.
L’eminente giurisperito, studioso della “rivoluzione conservatrice” tedesca tra le due guerre, di Carl Schmitt in particolare e di Ernst Jünger, già deputato Pd, non lesina certezze nelle polemiche che hanno seguito questo suo saggio. “Togliatti sarebbe stato sovranista”, “Il Pci, oggi, verrebbe definito sovranista”, “Sovrano è chi si impegna”, in interviste, lettere, articoli, affannandosi con slogan e battute a riportare l’opinione vagante ai fatti. Lavoro improbo, dovendo fare luce sulla melassa di una sinistra politica, o di opinione, senza idee perché senza più studi. E nemmeno informazione – i suoi media sono pulpiti: sul sovranismo come sul populismo, sui social, sull’intelligenza artificiale, su ogni “novità”, cioè evento o realtà.
Nel saggio l’argomentazione è distesa. Partendo, da scienziato politico onesto, dalla lezione metodologica di Sartori: “Di che stiamo parlando?” - la sintesi, pubblicata su “Limes” online già un anno fa, il 5 marzo 2018, e sul n. 2\2018 della rivista, “Una strategia per l’Italia”, è leggibile anche sul sito di Galli, “Ragioni politiche”. Nell’ultimo dei tanti interventi a cui si è indotto per la passione politica, su “La Lettura” in edicola, ne dà inappellabile sintesi:
“La sovranità è un concetto esistenziale. Ha a che vedere con il fatto che un corpo politico (un popolo, una nazione) esiste nella storia e nello spazio, che ha una volontà e una capacità di agire. C’è esistenza politica se c’è sovranità.
“La sovranità è l’ordine giuridico che vige in un territorio… Un ordine che protegge i cittadini, rendendone prevedibile l’esistenza. L’ordine dello Stato.
“Ma la sovranità è anche un concetto politico: è energia vitale e proiezione ideale di un soggetto che afferma se stesso, che persegue i propri interessi strategici. E che mentre si afferma, esiste….
“Questa affermazione è, spesso, una rivoluzione: l’altra faccia della sovrantà. La rivoluzione, infatti, abbatte una forma invecchiata della sovranità per darne vita a un’altra, più adeguata a tempi. Qui c’è l’aspetto formidabile e rischioso della sovranità, la sua capacità di creare ordine attraverso il disordine, norme attraverso l’eccezione; e anche il suo affacciarsi sulla possibilità della guerra…
“Insomma, la sovranità è un equilibrio di stabilità e dinamismo, di ordine e di forza, di diritto e di politica, di protezione e di azione, di pace e di guerra”.
Le argomentazioni sono semplici, e per questo polemiche, amareggiate. Per una sinistra politica che Galli considera sviata dalla retorica della globalizzazizone, e invece è solo instupidita. Al pari dell’informazione, che è all’origine, i media classici forse peggio dei social, dell’imbarbarimento concettuale.
Se la confusione non è voluta: l’informazione, e i criteri per valutarla, non mancano e non sono difficili. Ma il virus della disinformazione è radicato e radicale: nonché non vedere e non sapere, si contesta perfino l’opportunità di vedere e sapere. Che sia per albagia invece che per incapienza, non cambia: la stupidità è una coperta larga.
Carlo Galli, Sovranità, Il Mulino, pp. 154 € 12


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