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venerdì 3 maggio 2019

Come sopravvivere, malgrado l’assistenza pubblica

Un diurno non è un notturno, l’assistenza ai senzatetto va su binari precisi. Quando il diurno viene chiuso per motivi di bilancio, e i senzatetto che lo frequentano mandati lontano, senza mezzi di trasporto, volontari e assistenti sociali si organizzano per farne una struttura autonoma, che sopravvive con le capacità di ognuno degli assistiti. Che vengono risvegliate: il mestiere che ognuno praticava un tempo, le abilità manuali maturate, quelle che riesce a imparare.
Un racconto di tutte donne. Diretto da un uomo, ma ma il soggetto e la sceneggiatura sono di Claire Lajeunie, che ha studiato “le invisibili” francesi in libri e documentari – quattro senzatetto su dieci sono in Francia donne. E i personaggi sono tutti donne. Prese, sembra, dalla strada, che si pensano e si dicono Lady D., Brigitte Macron, Edith Piaf. Sono tutte professioniste in realtà, ma con esperienze personali complicate, se non proprio da senzatetto.
Un film che sembra fatto con niente ma efficace. Si ride, anche se alla fine la legge s’impone, cieca: la struttura diurna non può ospitare le donne di notte, e quindi viene chiusa, dalla forza pubblica in gran dispiego. La povertà non si può battere, la legge non lo consente, ma almeno ci siamo divertiti.
Louis-Julien Petit, Le invisibili

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