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mercoledì 5 giugno 2019

L'amministrazione è abolita

Si sono abolite le province , sostituendole con i consigli metropolitani o altre istituzioni che nessuno conosce né sa come farle funzionare. Abolendo con questa magnifica riforma, ormai da quattro anni, il mantenimento delle strade e le scuole, e l’assistenza ai ceti deboli. Poi dice che gli italiani votano contro le riforme: l’indigenza è dello Stato. Ma nello Stato del  Parlamento, pieno di analfabeti politici (per non dire di amministrazione). Che fanno leggi  di cui non conoscono la portata, e non le dotano dei necessari regolamenti di applicazione.
L’amministrazione in particolare è abolita, la Funzione Pubblica. Buona e cattiva. Non si nemmeno più che cosa è: come spendere, quando, dove, cosa. Si commissariano in compenso i Comuni nel nome della buona amministrazione, quando invece si sa che è mefitica e luciferina, distruttiva: diciotto mesi di commissariamento, che il Comune deve pagare svenandosi, e una città, un paese, non si riprendono per dieci anni, dalle buche ai tombini intasati, alla spazzatura e agli abusi. Giusto per la carriera degli impiegati delle prefetture. Che sembra assurdo, e lo è. Ma è vangelo.
È la maledizione del novismo. Su butta giù il vecchio, dicendolo corrotto. E si mette il nuovo, che altrettanto corrotto, a Roma e a Molano, tra i 5 Stelle e nella Lega, e per di più ignorante. Poi si dice l’identità: l’identità è la stupidità – si vorrebbe dire mascalzonaggine, ma è stupidità.

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