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martedì 26 maggio 2020

Servizi cinesi, rapinosi

È entrata la Cina in Infostrada-Wind, la “3” di CK Hutchison, o H3G,  e la vecchia gestione ex Enel, attenta al servizio pubblico, è stata spazzata via. Offerte farlocche e entrare moltiplicate, tutto subito. È la ricetta cinese degli affari: bisogna guadagnare molto e subito, dove il mercato è già maturo e ricco, non creare né fidelizzare la clientela, il rispetto dell’utente non esiste. 
Un prologo terrificante per il 5 G, la nuova frontiera della telefonia mobile cellulare, che la cinese Huawei si propone di monopolizzare in Italia. Hutchison è cinese di Hong-Kong, ma la Cina degli affari è una: tanti, maledetti, e subito. 
Lo stesso con Buccellati, Natuzzi, Pirelli: entrate moltiplicate, niente sviluppo. Lo stesso con la multinazionale genovese Easote, biotecnologie, comprata dai cinesi tre anni fa: ricerca bloccata (dal 2016, 22 milioni d’investimento, l’8 per cento del fatturato, la spesa è in rapido calo), intensificazione dei rendimenti.
Nello stesso ambito, attorno a Modena, in area Maserati e Ferrari, si farà una fabbrica cinese di auto di lusso. Una verniciatura italiana per vendere in Cina a prezzi elevati macchine necessariamente non di qualità - la qualità non s’improvvisa.
Lo stesso fanno da tempo ditte cinesi con le ceramiche di Sassuolo. Per le quali Sassuolo s’è creato a un prezzo un mercato in Cina. Forme, geometrie, colori di Sassuolo vengono riprodotti, su materiale non altrettanto durevole, ma di costo elevato - la qualità sta nel costo.
Dalle merci, di poca qualità ma sempre più di non modico prezzo, ai servizi il passo va di carica, ma sempre più di rapina.

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