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giovedì 15 ottobre 2020

Il Grande Balzo in Avanti – Cina-Resto del Mondo 17-0

È parso in effetti ridicolo il negazionismo del coronavirus in piazza a Roma, perché di esso si muore. E perché è un tornante nella storia mondiale: la Cina, si può dire, batte quest’anno, grazie all’agente microgeno, il Resto del Mondo per 17-0. Non è male, e anzi necessario, entrare nel contagio con un occhio diverso da quello dei Cts, i Comitati tecnico scientifici.
Si muore per concomitanza di cause, in situazioni di deperimento organico. Ma ci si infetta di più, e anche si muore, soprattutto nelle attività di massa, a contatto più o meno obbligato: trasporti, fabbriche e ospedali. E non si muore dappertutto nella stessa “quantità”, allo stesso modo, certificano concordi  l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unione Europea, e tutti quelli che tengono il conto.
Non si muore praticamente in Cina, che pure al virus ha dato origine, coltivandolo anche per un lungo periodo in sonno. Conta a oggi 15 ottobre 90 mila contagiati in tutto, su 1,4 miliardi di abitanti, un quinto della popolazione mondiale. Come l’Honduras, che invece ha dieci milioni di abitanti. E su 90 mila contagiati conta appena 410 morti. Gli Stati Uniti hanno avuto 7 milioni e mezzo di contagiati, e 210 mila morti. Tutta l’Europa è stata colpita da cinque a dieci volte più della Cina.
Effetto delle diverse misure di contenimento? Non può essere: la Cina le ha avviate per prima, gli altri le hanno copiate. Statistiche addomesticate? È possibile, il regime in Cina è totalitario, ma la discrepanza è enorme. Tanto più se si considera la densità demografica, o abitanti per kmq, per chilometro quadrato, visto che il contagio si produce per contatto. La Cina ha una densità di 137 ab. per kmq, l’Europa di 113, gli Stati Uniti di 34. È vero che gli Stati Uniti hanno una distribuzione diseguale della popolazione, ammassata in alcune megalopoli o in alcuni Stati, dispersa in altri. Ma questo vale di più per la Cina, campo da una trentina d’anni di un esodo di massa dalle campagne verso le città. L’area orientale ha una densità di 400 abitanti per kmq – mentre sul vasto altipiano occidentale se ne contano nove o dieci. Almeno cento città, 102 secondo l’ultimo censimento, hanno più di un milione di abitanti. Sei, compresa Wuhan, focolaio dell’epidemia, superano i 10 milioni – e anche di molto: Shangai ne ha 23, su un superficie uguale al Comune di Roma, Pechino 21, Guangzhou 19. E in condizioni abitative ristrette.
L’esito è che a sessant’anni dal Grande Balzo in Avanti del Timoniere Mao, che fu un disastro, il presidente Xi ne fa uno non propagandato, ma forse dicisivo: ha appestato il mondo e se ne prende le redini.
Nelle more del contagio, in questo 2020, e probabilmente ancora nel 2021, poiché la pandemia ha ripreso vigore, la Cina ha goduto di un vantaggio comparato inestimabile, come “fabbrica del mondo”. Soprattutto rispetto ai concorrenti: gli Stati Uniti e l’Europa vanno indietro quest’anno di un 10 per cento, produzione, reddito, occupazione. Peggio per gli umori o la volontà di fare: progettare, investire, accrescere la produttività. La Cina va avanti di poco meno del 10 per cento – a oggi il 7 per cento: non c’è p
iù gara, la Cina batte il Resto del Mondo per 17-0.

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