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venerdì 18 giugno 2021

La cancellazione degli europei dall’Europeo

Francia, Germania, Inghilterra, Belgio, Olanda, i paesi con più immigrati da più tempo, hanno un calcio espressione delle comunità immigrate, arabi, africani, turchi, albanesi, sudamericani: due terzi e più degli effettivi, in proporzione più che inversamente proporzionale alla quota degli immigrati e la loro prima generazione sulla popolazione totale. La Francia e il Belgio sono diventate grazie agli immigrati “potenze” del calcio. Non si può dire sia un fattore etnico: un turco o un marocchino è “diverso” (struttura, mentalità) da un sudamericano o un africano come un europeo. C’è una sorta di “cancellazione” dell’europeo, nell’atletismo come nella produzione e nel commercio, nelle politiche, nella creatività.
C’è una sorta di compiacimento in questo, di esaltazione. La Francia dei campioni, ‘Mbappé, Pogba, Kanté, Benzema, fa il catenaccio contro la Germania, che in effetti si fa temere: il terzino più impegnato è il centravanti Griezman. Limitandosi a un paio di contropiedi in tutta la partita, grazie allo scatto di ‘Mbappé – tanto confuso quanto veloce. Ma il match si svolge tra fastidiosi peana dei commentatori. Dall’inizio alla fine, dello speaker e del tecnico, alla Rai e su Sky. E l’indomani sui quotidiani – dream team è l’elogio meno eccessivo. Il giornalismo è pigro, e gli italiani copiano volentieri dai francesi, che non si risparmiano un vanto. Ma: il calcio è solo un mercato di talenti – quelli della Francia tutti franco-africani? Al punto che bisogna gonfiarne qualcuno?

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