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lunedì 6 dicembre 2021

A letto con la paleontologa

Una donna povera, vive con la madre vendendo piccoli fossili ai turisti, ammoniti e belemniti, senza studi, solitaria, in un remoto villaggio al mare della Cornovaglia, Mary Anning, è nel primo Ottocento il punto di riferimento della paleontologia. A dodici anni ha recuperato dalle falesie un fossile di ittiosauro, il primo scheletro completo di ittiosauro, di cui il British Museum si inorgoglisce. E poi ancora il primo scheletro completo di plesiosauro, e il primo fossile di rettile volante, lo pterosauro. Oltre a varie specie di fossili di pesci. Morendo peraltro presto, a 48 anni, di tumore al seno.
Francis Lee, regista e scenggiatore, apostolo gay, innesta la storia della ricercatrice illuminata e fortunata, povera e non educata, su un amore saffico – per completare a tre dimensioni, dice, lo stato di derelizione: essere donna, povera, lesbica, nel primo Ottocento. E il programma lascia il film, presentato a molti festival e ovunque in qualche modo apprezzato, fuori dalle sale, senza distribuzione. Mancherà anche per questo lo status di film di culto – o lo acquisterà per questo, per le scene dal vero, pare, comunque esplicite, anche se brevi nelle due ore del film, di sesso tra donne?
Il villaggio, di Mary Anning e del film, in realtà non è remoto: Lyme Regis è una delle prime località frequentate per le nascenti cure marine, tra fine Settecento e primo Ottocento. Jane Austen vi ha ambientato. “Persuasion”, Fowles “La donna del tenente francese”, e Tracy Chevalier ultimamente “Strane creature”. Questo è il romanzo biografico di Mary Anning, su cui Lee ha impiantato il film. Creando un racconto di derelizione che rasenta il capolavoro – un sorta di “Pranzo di Babette” senza pranzo. Un mondo nordico, grigio, ventoso, chiuso. Della cultura del destino e del peccato: grigi gli ambienti, le atmosfere,  i visi, le vesti, gli sguardi, le interiezioni, minime, ripetute, assordante il brontolio ossessivo del vento e del mare, ad accentuare la solitudine. Un mondo di silenzi e abbandono, anche se si parla di turisti e di bagni di mare. Che diventa a colori nell’intermezzo bollente tra le due protagoniste, una incongrua Kate Winslet, nel ruolo ormai consueto di donna incattivita, e l’effervescente Saoirse Ronan, che risorge dalla catatonia con baci a profusione.    
Francis Lee, Ammonite – Sopra l’onda del mare, Sky Cinema 

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