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sabato 11 dicembre 2021

Il male è brutto, ma non ha faccia

Con le immagini, con la co-sceneggiatura di Francesca Archibugi, e con Anna Foglietta nei panni di Ilaria Capua, è la trasposizione del libello della virologa Ilaria Capua sul processo che le fu intentato artificiosamente dalla Procura di Roma per stroncarne l’attività di ricerca – molto promettente – e la carriera. La scoperta di un vaccino contro l’influenza aviaria ha precipitato Ilaria Capua sette anni fa, non un secolo fa, all’inferno. Fautrice dell’accesso pubblico alle scoperte scientifiche, fu denunciata dalla Procura di Roma come trafficante di vaccini: una vecchio dossier di anonimi del 2006, allora archiviato, fu ripreso nel 2014, dopo che Capua si era candidata alla Camera, eletta, col partito di Monti. Bisognava impedire che il partito di Monti prendesse piede? Niente è da escludere, non c’è scenario che sfugga alle Procure, abilitate a distruggere chiunque – “sono una sopravvissuta” dice di sé la studiosa, che ora lavora in Texas – e non dare conto di niente a nessuno: non c’è mai stata polizia politica così irresponsabile, anche a Beria la fecero pagare.    
Costanza Quadriglio sa come montare la suspense. E il personaggio si presta: giovane, attraente, capace e fortunata, buttata all’improvviso fuori dalla torre. Ma un po’ di contesto avrebbe giovato. Il budget, di questo come dei tanti docu-film che ora vanno, non era probabilmente cospicuo. Ma ci sarebbe voluto poco, allargare la scena, personificare le accuse, della Procura e di alcuni giornali. Il potere oscuro, falso e bugiardo, non c’è bisogno di farne un film: una storia è una storia precisa, con la sua verità storica, e non avrebbe guastato. Anzi. Della Procura che ha promosso la distruzione non sappiamo nulla – lo sappiamo, hanno fatto carriera, il capo Pignatone il papa lo ha fatto suo giudice, presiede il Tribunale in Vaticano. E dei giornalisti? Un drammone, ne sarebbe venuto fuori, non tiepidino.
Costanza Quatriglio, Io, trafficante di virus

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