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domenica 5 dicembre 2021

Torino fa simpatica la Juventus

Torino no, il club di calcio, Juventus sì: va a senso unico l’inchiesta torinese sulle plusvalenze fittizie nel calcio. Se ne occupa un pool di tre grossi giudici, il vice Procuratore Capo Marco Gianoglio, e ben due sostituti Procuratori, uno studioso del diritto nel tempo libero, e un calciatore dilettante. Coadiuvati da forze incalcolabili della Guardia di Finanza, che a giorni alterni peequisiscono gli uffici del club degli Agnelli, e gli uffici e le abitazioni dei dirigenti, alla ricerca del corpo di reato.
Uno squadrone. Gianoglio, esponente capofila di Area Democratica per la Giustizia, è reduce da un autogoal al Csm, dove ha favorito la vittoria dei giudici di destra, ma è il giudice ex compagno che eliminò i Ligresti dalla Sai lasciandola a Unipol, il gruppo ex compagno di via Stalingrado a Bologna, e ultimamente ha affossato Appendino, la sindaca - questa senza condannarla, ma spianando la strada a una sindacatura Dem. Finora non ha trovato il corpo del reato. Ma ha creato una buona suspense: ogni giorno i giornali possono fornire una notizia in attesa della notizia - una specialità del giornalismo ultimamente. Per esempio, per una settimana: “Non si trova la carta segreta di Cristiano Ronaldo”. Gianoglio e la Finanza sanno che ce n’è una, ci dev’essere, perché hanno ascoltato in massa i cellulari dei dirigenti e collaboratori Juventus da qualche mese o anno a questa parte. La carta non si trova ma non c’è da preoccuparsi: la settimana prossima il giudice o la Finanza daranno un’altra notizia, in attesa della notizia.
Il fatto è reale, e discusso da tempo, anche in sede di giustizia sportiva: tutte le società di calcio sopravvivono contabilmente con plusvalenze fasulle, contabilizzando guadagni fittizi su acquisti e cessioni di calciatori. A volte aiutandosi a vicenda – plusvalenze “a specchio” – con scambi cioè a cifre esagerate. Secondo Sky Sport, i sette maggiori club della serie A, Juventus, Roma, Napoli, Milan, Lazio, Fiorentina, hanno contabilizzato in dieci anni due miliardi e mezzo di plusvalenze - tre miliardi tutta la serie A. “Il Sole 24 Ore” conferma: “Nel 2015-2016 i club di serie A hanno realizzato plusvalenze per 376 milioni”, l’anno scorso erano raddoppiate, a 736 milioni.
La cosa non è illegale. Ed è anzi pesante in realtà per i bilanci, poiché queste operazioni fittizie impongono degli ammortamenti corrispondenti, e quindi un  assottigliamento del patrimonio. È il rimprovero del “Sole 24 Ore”: “Nella stagione 2015\2016 la serie A aveva accumulato 518 milioni di costi legati ad ammortamenti e svalutazioni del parco calciatori”, l’anno corso, quattro anni dopo, “si raggiunge la vetta di 1.087 milioni”, più del doppio. Non una soluzione, dunque, le plusvalenze: un marchingegno per continuare a respirare, anche se a un costo. Senza danno, peraltro, per nessuno: non per la concorrenza. E comunque legale.
A che prova dunque la Finanza e la Procura di Torino si applicano alla Juventus? Forse a far diventare gli Agnelli simpatici, se la giustizia è questa.  

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