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domenica 30 ottobre 2022

Mussolini finanziato da Londra

Il sottotitolo dice tutto: “Da Caporetto alla marcia su Roma: come l’intelligence militare britannica creò il fascista Mussolini”. Il libro racconta e documenta questi finanziamenti. Non direttamente per la costituzione di un regime fascista, c’era ben una monarchia in Italia, “cugina” degli inglesi, ma sì a Mussolini come uomo d’ordine, antisocialista e, da poco, anticomunista. Un rapporto, denominato “The Project”, partito all’indomani di Caporetto, per evitare che l’Italia demoralizzata uscisse anch'essa, dopo la Russia, dalla guerra agli imperi centrali. Cereghino e Fasanella ricostruiscono la vicenda, post Caporetto e successiva, nel 1919-1920, dalle carte del funzionario britannico che gestì l’operazione, il colonnello sir Samuel Hoare, carte desecretate vent’anni fa.  

Questi finanziamenti di Mussolini sono un fatto rilevante, ma curiosamente sono taciuti o quasi dagli storici più accreditati del fascismo e dello stesso Mussolini. Non sono un fatto accidentale, né episodico. Questi finanziamenti fecero seguito a quelli, ben più cospicui, del 1914, inglesi e anche francesi, in aggiunta ai finanziamenti di grandi gruppi economici italiani, a Mussolini personalmente, perché spingesse i socialisti “massimalisti”, di cui era il capo, all’intervento in guerra. Ne finanziarono anche il giornale personale, “Il popolo d’Italia”, quando fu estromesso dall’“Avanti!”, l’organo socialista, di cui pure aveva quadruplicato la circolazione. Ma Gentile, per dirne una, lo storico oggi più autorevole in materia, nella “Storia del fascismo” in più volumi che ha avviato per “la Repubblica”, un migliaio o due di pagine, liquida il tutto in poche parole, e solo a proposito dell’interventismo 1914: “Aveva potuto realizzare il suo disegno in poco tempo grazie ai finanziamenti di un gruppo di industriali; e successivamente ebbe anche un aiuto finanziario dai socialisti francesi e belgi e dai governi francese e inglese”.

Fasanella, giornalista d’inchiesta, è aiutato da Cereghino, “esperto di archivi anglosassoni”, da quelli americani sul “Che” Guevara a quelli inglesi in Italia. “Il golpe inglese “, sempre a quattro mani, documentava dieci anni fa le intromissioni britanniche nella politica italiana postbellica, specie per gli approvvigionamenti di petrolio.

Giovanni Fasanella-Mario José Cereghino, Nero di Londra, Chiarelettere, pp. 256, ill. € 18  

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