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mercoledì 5 aprile 2023

L’immigrazione è attrazione, non invasione

L’Oim-Onu, l’organizzazione internazionale per le migrazioni, definisce la rotta del Mediterraneo “la più pericolosa al mondo” per le ondate migratorie, calcolando in oltre duemila l’anno i morti nei venti anni del millennio. Una stima che precisa essere “minima”, o al ribasso. Non tenendo cono cioè dei migranti morti nell’avvicinamento alla costa mediterranea, nei trasferimenti o nelle lunghe attese, spesso in campi di vera e propria detenzione.
La stessa organizzazione valuta il fenomeno migratorio inarrestabile, in conseguenza dei processi di urbanizzazione e proletarizzazione accelerati in corso da un paio di decenni in Africa e in Asia meridionale - nonché in alcuni paesi dell’America Latina, il Perù in primo luogo, l’Ecuador e l’area caraibica.
Nel quadro statistico-demografico dell’Organizzazione, il movimento migratorio non è solo di espulsione ma anche di attrazione: l’Europa occidentale e il Nord America sono aree di attrazione “naturale” per via del “inverno demografico”, della denatalità. Dall’effetto tanto più pronunciato in quanto si produce in aree di forte intensità produttiva.
In questo quadro, perfino un paese a grande popolazione come la Cina comincia a soffrire di mancanza di manodopera.

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