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domenica 28 gennaio 2024

Il padre di S.Holmes impara la suspense

Uno dei primi racconti, il quarto pubblicato, 1881. Ma già qui, a ventun’anni, il futuro padre di Sherlock Holmes si descrive “come i soggetto più sensibile ai fenomeni soprannaturali”, quale sarà in età avanzata. E ne approfitta per dare altre pennellate di sé. “I volti sono una mia specialità” – più di Lumbroso, suo contemporaneo? Di un “tipico amore per la solitudine”. E un codardo, “dal punto di vista fisico” – ma “lo sono anche dal punto di vista etico”.
Una traversata in mare di quindici giorni da New York a Londra minaccia di trasformarsi in tragedia, nell’immaginazione del narratore, per una “scatolina bianca” che due figuri maneggiano. Figuri naturalmente loschi. Un Flannigan, nome irlandese, che “sa di fenianismo” – l’Ira del tardo Ottocento, l’organizzazione nazionalistica irlandese. E un Muller, quindi uno che “non rimandava che ai concetti di socialismo e omicidio” – il socialismo era “assassino” e veniva dalla Germania.
Un racconto di suspense: i particolari allarmanti si susseguono l’uno sopra l’altro, nell’arco di poche ore.
In originale con traduzione.
Arthur Conan Doyle, La scatolina quadrata, Leone, pp. 79 € 8

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