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sabato 6 aprile 2024

L’aggressore aggredito - 1

La Russia è quella di Putin, con Putin o senza: trincerata, e aggressiva Tanto più aggressiva per ritenersi aggredita. Dall’allargamento della Nato, in funzione antirussa, fino a pochi chilometri da San Pietroburgo - 60 km. dal confine con l’Estonia, dove sono schierati i missili Nato. Con 100 mila truppe Nato in Polonia, 300 mila fra tre mesi. Con le sanzioni europee a cascata in questi due anni. Con la minaccia americana di appropriarsi delle riserve monetarie, in oro, valuta e obbligazioni, detenute dalla banca centrale russa in America. Una iniziativa che non ha precedenti nel diritto internazionale (è ancora sub judice perché si teme che la Cina, il maggiore tra i tanti paesi creditori degli Stati Uniti, potrebbe mettere in crisi il sistema finanziario americano ritirando le sue riserve e liquidando i titoli del debito), ma basta che se ne parli per rifare l’unanimità in Russia.
La compattezza – così come, malgrado un’opposizione più articolata, avviene in Turchia, in Iran – è l’effetto anzitutto del senso diffuso di accerchiamento, più che di un’opinione povera o confusa. La dissoluzione dell’impero sovietico è stata la dissoluzione dell’impero russo, di tre secoli presenza russa in molte aree dell’Europa orientale. Il crollo del 1989 è stato seguito da una politica antirussa nei paesi Baltici, in Ucraina, in Moldavia, in Georgia, dove i russi o russofoni si aggiravano su un quarto della popolazione. L’espulsione (di fatto) dei russi nei paesi baltici non ha creato problemi perché ha comportato cifre contenute. Diverso il caso dell’Ucraina, della Moldavia, della Georgia. In Moldavia la Russia si è ritagliata la Transnistria, in Georgia l’Ossezia del Sud e l’Abcasia, in Ucraina si è ripresa la Crimea e ci prova col Donbass. L’assestamento degli irredentismi è laborioso e sanguinoso.

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