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mercoledì 11 gennaio 2012

La Germania irreale di Angela Merkel

“Ciò che è razionale, è reale; ciò che è reale, è razionale”, Hegel avrebbe detto nella prefazione alla “Filosofia del diritto” – per chi ha avuto la ventura di non leggerla nella vecchia incomprensibile edizione Laterza. Insensato. Hegel stesso ci torna su in un appunto del suo ultimo corso di Filosofia del diritto. Precisando: “Ciò che è reale è razionale, ma non tutto ciò che esiste è reale”. Che sembra altrettanto insensato, e in assoluto lo è, ma non nella storia. Ci sono tante irrealtà che ingombrano l’esistente, specie in politica e negli affari.
Trent’anni prima lo stesso Hegel ne portava ampi esempi a proposito del suo paese, nella “Costituzione della Germania”, 1799-1802. Quando rilevava la sopravvivenza di troppe incrostazioni spente: dopo l’‘89, per esempio, e Napoleone sul Reno, “nessuno attribuisce più un valore a qualcosa che sia fondato solo sull’autorità”. Mentre il diritto “deve essere attinto alla ragione”, non nei privilegi e le caste, “tutti i diritti particolari sono impugnati dal concetto di diritto”. Una lezione che la Germania di Angela Merkel tornata a Berlino mostra abbondantemente di avere dimenticato.

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