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venerdì 18 ottobre 2013

Ombre - 194

Ce l’ha fatta, il giudice Montalto porterà lo Stato-mafia dentro il Quirinale. Con contorno di corazzieri, paglietti in tocco, scribi, televisioni di tutto il modo. Magari senza la parrucca, non sarà proprio come Crozza, ma è una prima assoluta. Non ci libereremo mai dalla Sicilia?

La sentenza il giudice Montalto – giudice? – l’ha già scritta col suo spettacolo: “W la mafia!” (non si dice, ma si sa).

“Repubblica” fa convegni con Letta a Venezia il 10 ottobre sul libro all’istante di Scalfari e il papa. Il “Corriere della sera” risponde il 20 con “È l’amore che apre gli occhi”, il “libro inedito” – miracolo? – di Jorge Mario Bergoglio, il papa. Non ci resta che il papa?

Paul Biya è presidente con papa Giovanni Paolo II, nel 1985, e ancora con papa Ratzinger, nel 2009. Tuttora lo è, poiché si reca in visita da papa Francesco. Lo annuncia con una pagina di pubblicità sui giornali. Sui giornali progressisti.
Biya è presidente del Camerun dal 1982 – in realtà dal 1975, quando prese la carica di primo ministro.

Sono 35 i calciatori stranieri in Roma-Lazio, calcola “Il Messaggero”. Più i due allenatori, entrambi stranieri.

Don Floriano Abrahamowicz si sarebbe prestato a celebrare una messa per Priebke, lo aveva annunciato a Radio 24, “La Zanzara”. Senza scandalo, de mortuis nisi bonum. Ma con quel nome? Pare che sia anche antisemita.

La Malesia vieta a non mussulmani di pronunciare il nome di Allah. Gott mit uns?

Brunetta va da Fazio. E uno si chiede perché, non ha nemmeno un libro da presentare. Poi contesta a Fazio: “Mi aveva assicurato un pubblico non schierato”. Rumorose risate di scherno gli rispondono. Mentre Fazio dice: “È così”. In effetti è così. Senza ipocrisia.

Sono i ribelli che in Siria distruggono le chiese, poche, ma ce ne sono poche, sequestrano e maltrattano giornalisti e crocerossini, e non si mostrano mai a viso scoperto, né con generalità proprie. Ma noi combattiano con loro per la libertà: li finanziamo, li armiano, gli facciamo propaganda. Ci sarà una ragione.

Accuse terrificanti di Prodi a D’Alema e Monti. Scandalo? Silenzio.

L’ex Pm di Perugia Mignini si deve difendere nelle lettere al “Corriere della sera-Firenze” dalle accuse di un cronista che divenne famoso per aver deviato su tre balordi, i “compagni di merende”, le indagini sul raffinatissimo “mostro di Firenze”, otto esecuzioni. Che uccise otto coppie, un lui e una lei, e le mutilò chirurgicamente. Il cronista ritorna in pista per accusare Mignini, e cioè difendere Sollecito. È la stessa loggia?

La vittoria in Cassazione dell’avvocatessa Bongiorno è stata di spostare il secondo appello sul delitto Meredith da Perugia a Firenze. Da una massoneria a un’altra. Non sappiamo se da rito scozzese a rito francese, o viceversa, ma l’avvocatessa se ne intende.
O da un partito a un altro, il partito (ex) di Fini e Giulia Bongiorno - ce ne sono molti di quel partito in Cassazione, a partire dal celebre Davigo. O da entrambi, partito e loggia, perché no.

Mignini certo non è un santo. È stato condannato a sedici mesi, pendente il processo a Raffaele Sollecito, per abuso d’ufficio in altro processo – notare le finezza. Senza essere disvestito del processo a Sollecito. Doveva solo essere richiamato all’ordine.

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