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giovedì 27 marzo 2014

Il presidente viene dal cielo

Non si può dire la “periferia dell’impero” perché è titolo di U. Eco, ma è la stessa cosa. Rovesciata: dall’Italia Eco faceva le “cronache da un nuovo medioevo”, qui il “medioevo” sembrano gli Usa, remoti, un po’ come il sacro romano impero, quelle robe lì. Perlomeno a vederli oggi, a Roma.
Non erano proprio 50, come dice la Rai, erano forse una ventina, forse trenta, ma abbastanza per creare un clima da fantascienza. Il presidente Obama ha già di suo una figura da “Star Treck”. Il modo di parlare. I concetti. Col convoglio blindato di gipponi neri e grigioverdi per le strade di Roma, tante piccole navi stellari con le ruote, vetri schermati, rombanti mute nel silenzio che le sovrastava, di gente più sbalordita che incuriosita, che fotografava per riflesso condizionato.
I giornali dicono anche che queste 26 macchine blindate sono state sbarcate dagli Usa con appositi C-130, gli enormi aerei da trasporto. E uno si conferma, prospettandosi analoghe flotte sbarcate a Bruxelles, Amsterdam, Parigi o dove altro Obama va, di essere una provincia dell’impero. Non ribelle. Ma remota.

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