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domenica 23 marzo 2014

La disonestà dell’onestà

Walter Veltroni, uno che non è mai stato comunista, a suo dire, ha fatto un film agiografico su Berlinguer. Che dunque non è mai stato, neanche lui, comunista? Il film è stato finanziato peraltro da Sky, la tv di Murdoch, che tutto si può dire meno che comunista.
Sarebbe tutto ridicolo, se non fosse un tentativo di Veltroni di rientrare il politica dopo la rottamazione. Con un’anima nuova, socialista ora non potendo essere comunista, ma con la faccia di Berlinguer, che certamente non fu socialista, e fu anche un cattivo comunista. Un politico vendicativo, che portò il suo partito di sconfitta in sconfitta, avendolo preso che si avviava a essere il primo partito italiano: dal referendum sul divorzio a quello sulla scala mobile, nel mezzo le prime sconfitte politiche, le prime due della storia del partito nella Repubblica. Vendicativo con ogni altra opinione o forza politica di sinistra, e all’interno del suo stesso partito. Facendosi scudo della questione morale.
Il colmo del film è che Berlinguer viene onorato unicamente quale alfiere della questione morale. Come se all’infuori di lui non ci fossero stati, nel suo stesso partito, onesti - Napolitano, per dirne uno, che Berlinguer disprezzava. E perché non sapeva fare altro: tirarsene fuori - dopo aver consegnato il partito alla Dc nel compromesso, con le banche, la Rai, i giornali, le Autorità, le aziende pubbliche, e il terzo settore o volontariato. Bella politica!
E la moralità della politica? Questioni oziose, a Veltroni bastano le prime pagine. È tutta qui la morale.
Walter Veltroni, Quando c’era Berlinguer

1 commento:

francesco virga ha detto...

Concordo nel giudizio su Veltroni. Dissento nettamente su tutto il resto. Barlinguer era un'altra cosa!