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sabato 30 agosto 2014

Il libraio è eroico sotto l'Aspromonte

Pochi abili tratti – Coloprisco di professione insegna Omero, per passione è teatrante – tracciano l’ambiente nella memoria: il grecale di tre giorni, che fa gemere gli ulivi, le fosse del carbone, il braciere, zappatori e raccoglitrici all’alba, il mare sotto la nevicata, tra Palmi, il Sant’Elia, la Marinella, la Tonnara, le zeppole, il Torbido. Nello sguardo del protagonista che Coloprisco vuole puro, e quindi di mestiere libraio – uno che non vende non s’infetta.
Libraio era anche il protagonista un paio d’anni fa di un altro autore del territorio che lo vuole puro, Vincenzo Caccamo – che però è di mestiere lui stesso libraio, i libri riuscendo in qualche modo a venderli, perfino a Reggio Calabria. Questo di “Meladoro”, il nome fittizio del paese del libraio, è realista, oltre che puro, un commerciante che sa unire i capi del filo. E la vicenda di soprusi e delitti finisce in qualche modo bene, seppure non si dica per scongiuro, e per lo stesso motivo anzi solo si prospettino dolori. Lontano comunque da casa, dalla famiglia, gli affetti, i progetti, dall’Aspromonte, dalla Calabria.
Con la vivacità del dialogo, maturata nell’esperienza teatrale, Coloprisco ha costruito un apologo, della bontà che sempre vince. Ma di personaggi senza storia e senza spessore. Eccetto naturalmente i mafiosi – che nella vita vissuta sono invece poveri di mente, al limite della follia, anime irsute, e sempre brutti. Senza armi per combattere il male, senza idee, senza appigli. E senza nemmeno il candore, giusto il vittimismo.
L’apologo non è una forma tradizionale: la narrativa di e sull’Aspromonte, di Alvaro, Perri, Zappone, Delfino, Gangemi, è ben scultorea, rilevata, intrisa di umori, passioni, accensioni, ire, beffe. È una forma imposta forse dalla nientificazione, che da un mezzo secolo circa opprime il Sud con accumulo di detriti e scarichi tossici, nei libri, nei giornali, alla Rai, e ormai, dopo due generazioni, con più forza nella psicologia stessa dei meridionali. Un modo di dire mea culpa.
Aldo Coloprisco, Il libraio di Meladoro, Laruffa, pp. 173 € 13

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