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lunedì 9 marzo 2015

L’Europa circondata dagli Usa

Lo dice Prodi e non può più non essere vero: “Queste sanzioni non sono eque. Le esportazioni americane verso la Russia sono aumentate”. È sceso dall’Aventino apposta per dirlo, dopo due anni di silenzio, con un’intervista da lui stesso propiziata al “Corriere della sera”. Le sanzioni contro la Russia avvantaggiano gli affari Usa, mentre hanno creato problemi seri a molte economie europee. Li avvantaggiano direttamente. E indirettamente: la caduta del prezzo del petrolio si è fermata, e questo è quello che gli Usa vogliono, il petrolio caro, per poter mettere in produzione i loro costosissimi, e tossici, scisti bituminosi.
È la verità dei fatti. Non da ora. L’Occidente non esiste più da quando si è disciolto l’Oriente, il blocco sovietico. La solidarietà occidentale, la concertazione. Non negli affari monetari, né in quelli economici e nemmeno in quelli strategici e politici. La stessa Nato, l’organizzazione militare di difesa, esiste solo perché non è stata sciolta, di fatto è come se non ci fosse. Ognuno va in ordine sparso, e cura i suoi interessi. Ma un’ottica perversa persiste: che gli Usa siano il padrino e il baluardo del contrafforte europeo dell’Occidente, mentre fanno solo i loro interessi, con un’ottica puramente americana. Che è, per molti aspetti, antieuropea. . Non c’e una singola azione intrapresa dagli Stati Uniti dopo la caduta del Muro che non abbia danneggiato l’Europa. Tutti i fronti aperti sono europei, e nelle aree limitrofe in paesi di primaria importanza per l’Europa, dalle guerre del Golfo a quelle dei Balcani e alle primavere arabe. Per le fonti di energia, per il contagio terroristico, per la tratta degli immigrati. Anzi, ancora prima del 1989, già dal 1973: la cosiddetta guerra del petrolio mise in ginocchio l’Europa e risollevò l’economia americana, reduce dall’inconvertibilità del dollaro, quasi una dichiarazione di insolvenza, con la guerra già perduta in Vietnam, una sconfitta colossale. La guerra del petrolio fu scatenata dall’Arabia Saudita e dall’Iran, allora anch’esso suddito fedele degli Stati Uniti. Contro la “Fortezza Europa”, di cui il conio è americano.
L’elenco delle imprese dannose è impressionante. Angela Merkel ne ha elencate a novembre quattro ancora aperte: Ucraina, Moldavia, Georgia e “i Balcani occidentali”, tra Bosnia e Skropska. Tutte crisi volute dagli Stati Uniti di cui l’Europa deve farsi carico. A nessun effetto, non di democrazia e nemmeno di diritti elementari. Ma queste solo dentro l’Europa - e senza contare la guerra che Washington ci ha imposto alla Serbia, per creare un Kossovo che è un pied-à-terre di banditi. Ci sono anche la Libia, la Siria, l’Iraq, che anch’essi confinano con l’Europa. E la destabilizzazione del Nord Africa. Con i soldi dell’Arabia Saudita e dei principati del Golfo, tutti amerikani

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