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martedì 16 giugno 2015

Le sanzioni arricchiscono i mediatori

L’America (ma non c’è più la Cia?) denuncia troppi traffici con la Russia per il petrolio. Mettendoci di mezzo qualche broker vagamente americano, ma sottintendendo che il traffico è opera di mediatori europei. È possibile, anzi è probabile: l’effetto delle sanzioni è di favorire la mediazione.
L’esperienza personale dice che precedenti sanzioni, contro Cuba e contro l’Iran, hanno solo favorito il caroprezzi e gli importatori-esportatori. Poco a Cuba, una miseria, l’isola è un mercato piccolo e non aveva niente da vendere, se non lo zucchero di canna, in un mercato in sovrapproduzione. Ma anche su quello gli importatori europei e sudamericani hanno realizzato “creste” cospicue, sotto il manto della solidarietà. Con l’Iran era diverso. Si comprava petrolio greggio, si vendevano prodotti petroliferi raffinati, tutta roba ad alto valore aggiunto. Mentre nel commercio al dettaglio le sanzioni hanno arricchito i famosi bazarì, i commercianti del bazar che lo scià disprezzava. Le sanzioni li hanno irrobustiti a fulcro della borghesia nazionale, pilastri sociali e politici del khomeinismo - provveditori primari delle decime del venerdì direttamente nella case e le casse degli ayatollah, a uso dei poveri e della lotta politica.

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