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domenica 11 marzo 2018

L’Europa in pausa, aspettando gli anti-Ue

Tutto è rinviato da quasi un anno in Europa. Come se il continente fosse in apnea. Dapprima per amalgamare Macron, il corpo nuovo francese, poi per le elezioni e il dopo elezioni in Germania, ora per le elezioni in Italia, che hanno dato una maggioranza parlamentare anti-europea, e per l’avvio del nuovo governo tedesco, che sarà lento. L’Europa è abituata alle pause, ma ora è come se non esistesse. Tacciono perfino i trombettieri dello zero virgola che solitamente la impestano.
Le occasioni di esistere non mancano. C’è Trump, con i dazi. Ci sono le tante, troppe guerre “umanitarie” americane nelle quali l’Europa è alla spicciolata impegnata senza strategie e senza vie d’uscita. C’è il vicino Medio Oriente in radicale trasformazione, con l’insorgenza saudita, l’espansione iraniana, la presenza ormai consolidata della Russia, un Israele indebolito dalla crisi politica. C’è la Turchia, alleato importante e quasi membro della Ue, che violenta ogni diritto umanitario, civile, politico: bombarda i curdi ovunque, in Turchia, in Siria, in Iraq, inarcera i giornalisti, condanna all’ergastolo gli scrittori. Per non dire della Cina, che con la dittatura restaurata ha cambiato le carte, dei diritti politici e civili non solo, anche degli investimenti e il commercio esteri, ora funzionali a un progetto politico egemonico.
È come se le forze anti-Ue che l’elettorato ha consacrato in Italia fossero da tempo attive in Europa. Con l’handicap ulteriore, però, che non c’è alternativa: o la Ue o niente. Del resto, ha votato contro la Ue l’elettorato che più si dichiara europeista in Europa.
Si potrebbe dire che l’Europa è confusione, ma non sarebbe un buona cosa – produttiva, costruttiva. L’Europa non può essere cabaret, uno spettacolo comico, satirico. Cominciare a ipotizzare un futuro diverso sembra impossibile, ma potrebbe essere necessario.
Un altro anno di pausa, dopo quello trascorso, è ipotizzabile: tra un anno si rinnova il Parlamento europeo, e oggi le forze anti-Ue sono già le seconde per rappresentatività, dietro i cristiano-democratici. 
Uno scenario ancora peggiore si potrebbe tra un anno ipotizzare, non più di confusione o di stallo. Gli europeisti sono in calo, Cd e socialisti, mentre gli anti-Ue vanno in forte crescita. In tutta l'Europa.

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