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venerdì 27 luglio 2018

Amori freddi pre-gaddiani

Un breviario, un “manualetto” a lungo progettato e infine rapidamente redatto, l’ultimo della gioventù scapigliata prima di fare carriera a Roma con Crispi, nel 1887. L’unico che dà luce, anche, alle donne, da parte di un misogino dichiarato. Scritto, secondo Dante Isella, avendo in mente Mimì Maraini, o forse la madre di lei, Adelaide Pandiani. Opera “singolare e unica”, stilistica, tipografica, di genere. Ma con sprazzi di puro gaddismo –il radicamento dell’Ingegnere qui appare indubitabile. Insieme con molte note da tema di composizione.
Il primo amore è delle immagini. La Madonna al capo del letto, “una giovanetta quattordicenne, bionda e ricciuta, vestita da paggio”, e altre. Con professioni del tipo: “Ancor prima che il nostro amore prenda un nome, amiamo”. Il secondo amore è per i mobili di casa. Insieme con i libri. E con “la voce della Terra… la grande progenitrice degli dei e degli uomini. Poi vengono, in classe, i poeti latini dell’amore,Tibullo, Catulllo, Properzio, Ovidio. E poi le “donne” dei romanzi, inglesi e francesi – Lucia Mondella? “La tosa , sicuramente, possedeva un cuor non dipinto, ma tramandava anche – almeno, al sospettoso mio olfato – il caratteristico odore di cotonina e stallatico delle villane lombarde” (questa non sarebbe piaciuta a Gadda).
Notazioni casuali. Senza rilievo, se non autobiografico. Il testo è qui guarnito della fitta corrispondenza, 39 lettere nel 1887, in sei mesi, per la pubblicazione della brochure.
Carlo Dossi, Amori, Otto/Novecento, remainders, pp. 127 € 6 

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