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venerdì 19 aprile 2019

Dietro Putin Khomeini - cronache dell’altro mondo (32)

C’è stato Khomeini prima di Putin, e Reagan prima di Trump, un attore sconosciuto più outsider del miliardario spaccone. Il rapporto Mueller, “c’è stata interferenza ma non collusione”, da parte di Putin e i suoi hacker, riporta alla memoria il 4 novembre 1980, con Teheran in festa, malgrado la guerra sanguinosa in corso cn l’Iraq, perché uno sconosciuto candidato repubblicano, Reagan, un attore fallito, aveva sconfitto il presidente in carica Carter. Khomeini festeggiò il voto come una sua vittoria: i cinquantadue impiegati e funzionari tenuti in ostaggio, con un aiutino di Allah quando Carter aveva tentato di liberarli con gli elicotteri, ne avevano causato al sconfitta. Poi Reagan fu più duro ancora di Trump: licenziò, liquidò il settore pubblico, si fece fare gli scioperi più lunghi della storia, fece la guerra a Grenada, che forse non esiste, e ed è finito venerato, un dio nell’olimpo americano. C’è una logica nella democrazia Usa che sfugge a ogni logica.
La deputata somala naturalizzata americana Ilhan Omar, che appena eletta derubrica i terroristi dell’11 settembre  a “persone che hanmo fatto delle cose”, è attaccata da Trump con un video, in cui lei stessa viene accostata alle immagini dell’11 settembre. Scandalo. Scandalo perché Trump ha risposto a Omar. Il mondo dev’essere filo-islamico, e pazienza, ma filo-somalo?
Trump fa mettere sotto inchiesta il capo dell’Fbi, per avere avviato tre anni fa, durante la campagna elettorale 2016 per la presidenza, voci e ipotesi poi confluite nel Russiagatae. Il capo dell’Fbi è un repubblicano, autorizzato all’inchiesta dai giudici di sorveglianza, anche loro repubblicani. Repubblicani anti-Trump, che volevano bloccarne la nomination alle primarie? L’America è nata prima della Dc.

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