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venerdì 30 agosto 2019

Agatha Christie pirandelliana

Il meglio del meglio di A. Christie, la cui misura è il racconto - ne scrisse per ventidue raccolte. Lungo o breve ma sempre sapido, di caratteri e situazioni, e di lettura accelerata. Molta cronaca. Molte donne – dark ladies e no. La ricetta semplice di Poirot: gli indizi migliori sono quelli che uno si fabbrica. I tre possibili casi di “scomparsa” – come nella cronaca di questi giorni a Piacenza.
Si parte con i racconti che più si sono prestati al cinema e alla tv: “Tre topolini ciechi”, “Il villino degli usignoli” - una anticipazione di “Shining” - e “Testimone di accusa”. Con una peculiarità tanto evidente quanto trascurata: sono racconti pirandelliani.
Racconti, questi più lunghi e non seriali (Miss Marple, Poirot) giocati sugli scambi: ognuno è un altro, per equivoco o per mascheramento. Racconti degli anni 1930, pirandelliani per clima generale se non per filiazione diretta. Agatha Christie era anche autrice di teatro. E tra i personaggi che non si capisce chi siano non manca il nome italiano.
L'Oscar è l’antologia del 1992. Con la stessa prefazione di allora, di Federico Roncoroni, che resta il saggio definitivo sul giallo: i suoi ingredienti, i motivi di attrazione, la qualità, non solo come letteratura di consumo.
Agatha Christie, Il meglio dei racconti, Oscar, pp. 656 € 17

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