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domenica 10 novembre 2019

Il corpo floscio della Grande Caterina

Una storiaccia. Digitale poi, cioè di cartapesta, si sarebbe detto una volta – un’imagine dal vivo non c’è, neppure del mare di Crimea: si vede come in una crosta napoletana, costava così tanto? Sceneggiata su un romanzaccio, invece che sulla storia. Ma i caratteri forti fanno racconto, e fanno                                            cinema - da qualche tempo meglio se donne: Elisabetta I, Elisabetta II, Anna. Anche se di vero in queste sei ore ci sono solo i costumi. La stessa coppia protagonista, che fa tre quarti delle pose, Helen Mirren e Jason Clark, sembra posticcia. Lei, Caterina, non ha l’allure dei ritratti, né il fisico della battuta imperiosa, della logica fulminante, con la quale domina la riottosa corte, nonché degli incapricciamenti di una notte. Né, naturalmente a settant’anni, degli amplessi di cui dovrebbe darci illustrazione. Di Potëmkine, pronunciato nella miniserie in vetero-italiano Potiemkin, un bel cavaliere e un abile diplomatico-politico, oltre che un amante amato, si fa un simpatico zotico, forse per accentuare il lato fisico della relazione con l’imperatrice – è vero che il vero Potiëmkine aveva la pancetta.   
Una produzione anglo-americana, ideata, sceneggiata (da Nigel Williams) e girata a Londra, regista e attori inglesi. Ma tirata via, non nella tradizione inglese degli sceneggiati.
Philip Martin, Caterina la Grande, Sky-Atlantic

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