Cerca nel blog

sabato 25 luglio 2020

Letture - 428

letterautore

Aragon e Breton – Due francesi etnici, dicono i nomi, rinnovano un secolo fa, nel 1924, col manifesto del surrealismo, le lettere francesi. Ci provano, due provinciali.  
 
Bach
– “La lingua musicale di Bach sta a quella di Mozart, e ancor più di Beethoven, come la sfinge egizia sta alla statua greca che raffigura l’uomo”, è Wagner irriverente in un inciso del “Giudaismo nella musica”, il saggio antisemita del 1850. Con una coda: “Come la sfinge dal volto umano cerca di uscire dal corpo animale, così la nobile testa umana di Bach si sforza per uscire da sotto la parrucca”.

Dialetto – “«Molta parte dell’Anima nostra è dialetto», scriveva Croce sulla sua rivista ‘La Critica’ agli inizi ‘900” è l’attacco di “Do you speak dialetto?”, brillante servizio di Gaia Melone su “D”. con i linguisti Cortellazzo, Mioni, Regis sul ritorno del dialetto. Su Instagram è un pullulare di rubriche che riesumano i modi di dire popolari – tutte in inglese: Rome is more, Sicilian Says, Tuscanian Says, Calabrian Says, Milano says.

Il dialetto si è imposto – o non è stato imposto? – dalle serie di successo, “Suburra”, “Gomorra”, “L’amica geniale”. Si scelgono nomi dialettali come brand comerciali in quanto “segno e sinonimo di genuinità, purezza e tradizione”, Regis. Che ci trova anche tracce identitarie, la fissa del momento: “C’è sicuramente un aspetto identitario in questa riscoperta.  L’aggettivo identitiario è da considerarsi però non in senso politico, bensì legato … al desiderio di sentirsi vicini a casa, agli amici”.
Senza trascurare l’espressività, che Melone sintetizza con un Erri De Luca: “L’italiano  è una lingua senza saliva,il napoletano invece tiene uno sputo in bocca e fa attaccare bene le parole”.
  
Eros – Non c’è in Omero. È scoperta di Pascoli, “Il fanciullino”, 1897: “Non sono gli amori, non sono le donne, per belle e dee che siano, che premono ai fanciulli; sì le aste bronzee e i carri da guerra e i lunghi viaggi e le grandi traversie” – Omero non ne parla perché Pascoli lo vuole  il cieco al braccio del fanciullo che lo guida, che vede quello che il fanciullo vede,
L’omissione fu subito accantonata e anzi se ne tentò una riparazione, aggiunge Pascoli in nota, ma non a beneficio della poesia: “Non solo i poeti moderni, così assolutamente fissati sull’amore e sulla donna, ma anche gli antichi poeti tragici e persino i poeti corali immediatamente successi alla poesia epica, si diedero a colorire l’elemento femminile ed erotico dei poemi omerici. E le donne designate e mentovate in essi poemi , non bastarono, e se ne crearono di nuove. Ciò accrebbe l’interesse drammatico del ciclo, ma segna in esso la diminuzione di essenza poetica. Così Orlando innamorato e furioso per amore è più drammatico ma meno poetico di Rolando nella «Canzone»”.  
 
Indice – Le opere di Machiavelli, messe all’Indice nel 1559, al decollo ufficiale dello stesso Indice, erano state stampate tutte, compresa e”La Mandragola”, con il privilegio del papa Clemente VII.
 
Nietzsche – Si identificava in Gennaro, il santo. A lui dedicava il “motto”, una poesiola, “Motto zum Sanktus Januarius” – poco conosciuto, ripreso da Ramondino-Müller, “Dadapolis”:
“Tu che con l’asta fiammeggiante
Rompesti il ghiaccio della mia anima,
che ora rumoreggiando corre al mare
della sua estrema speranza:
sempre più chiara e più sana,
libera nella più amorosa delle leggi,
celebra quindi i tuoi miracoli,
bellissimo Gennaro”.
Se ne potrebbe argomentare l’omossessualità anche se latente. Che spiegherebbe i grandi trasporti, per Wagner o Paul Rée, e la maldestrezza con le donne, cui solo sapeva proporre il matrimonio.
Il bellissimo Gennaro – non il santo, il guappo che gli sfila il portafoglio “durante un trasporto amoroso” - è anche di Pasolini. E com’è possibile dire il bastone pastorale del santo “asta fiammeggiante”?
 
Opera – Meglio d’epoca, o aggiornata? Augias, già benemerito della lettura della musica nelle concertazioni radio con Roman Vlad, ha ripreso il tema col “Rigoletto” di Gatti e Michieletto nella stagione estiva all’opera dell’Opera di Roma, in difesa della attualizzazione. Attirandosi il sostego dello stilista Bruno Piatelli (Piattelli?), il rimprovero di Vittorio Emiliani, la riprovazione di Paolo Flores d’Arcais, e l’ironia di Nicola Piovani – “lei non pensa che il Perigordino”, il movimento coreutico di Verdi alla corte di Mantova, “(non) si potrebbe sostituire con una la musica di una Lambada, o di una pop Dance”?  Certo, “Il flauto magico” ridotto in trincea di Kenneth Branagh, tra bombe e crolli, è puro pretesto. Ma “Rigoletto” post-lockdown, col distanziamento, al Circo Massimo in qualche modo – in molti modi – ci stava.
 
Pound – Lancia nel 1913 il “vorticismo”, movimento di rinnovamento della lingua e la poesia inglesi. Come spiega in vari saggi, e come dice in “Blast”, la rivista del movimento, che lanciò col pittore Wyndham Lewis, che sottotitolava “A review of the Great English Vortex”, sulla traccia dichiarata del Futurismo e in particolare di Boccioni, dell’arte come espressione di un “vortice di passioni”. Ma più probabilmente, consciamente o no, come eco dell’acmeismo  russo, fondato un anno prima da Achmatova, Gumilëv, Mandel’štam e altri poeti russi come appunto “movimento di punta”, dal greco akmé.
Pound e Wyndham Lewis, i rinnovatori di programma dell’inglese letterario, erano non etnici: Pound americano, Wyndham Lewis canadese.
 
Processioni – “Anche la bande”, lamenta il maestro Muti con Anna Bandettini sul “Robinson” a proposito delle quarantene da virus, “senza più feste patronali, sono senza lavoro”. Ma non lo erano già da tempo, le feste patronali essendo state bandite dal politicamente corretto dei preti, impegnati nel sociale, o ridotte a giaculatorie, senza nemmeno canto?
 
Romanzo – Può essere “letale” per la democrazia, secondo gli studi specifici condotti a Trento da Emanuele Castano – che ne riferisce sul “Corriere Salute” – e il Dipartimento universitario di psicologia evoluzionista. I romanzi sono “letterari” o “di genere” anche per la psicologia, per gli studi sui riflessi della lettura nella psicologia. I primi sono problematici, spiega Castano, i secondi di svago, non una novità. Ma c’è di più, spiega Castano: “Dal punto di vista della salute mentale i romanzi letterari, chiamando in causa le credenze, gli schemi e le certezze, possono aumentare la nostra ansia esistenziale. I romanzi di genere, al contrario, sono rassicuranti. Per coloro che auspicano un modello di società basato sui principi della libera democrazia, però, una dieta esclusiva di romanzi popolari può essere letale”. Contribuiscono a ottundere, spiega lo studioso, la capacità di analisi e la mentalità.

letterautore@antiit.eu

Nessun commento: