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lunedì 25 ottobre 2021

La scoperta dell’Asia

All’inchiesta del’ “Economist” sul potere americano nel mondo oggi, dopo il ritiro dall’Afghanistan, una delle personalità intervistate, Maleeha Lodhi, “stratega e diplomatica pachistana”, dice: “L’America deve imparare dai suoi passi falsi in Asia”.
A ripensarci, l’America in Asia ha sempre compiuto passi falsi. Dalla pace dura imposta al Giappone all’irrisolto conflitto israelo-palestinese, alla Corea, alle ostilità indo-pakistane al tempo di Nehru, e di Indira Gandhi, al Vietnam, con Laos e Cambogia, alla guerra commerciale col Giappone, alla “perdita” dell’Iran, alla guerra del Golfo, al terrorismo islamico fino all’11 Settembre e oltre, alle guerre in Afghanistan, Iraq e Siria.
L’egemonia americana, forse distratta nel lungo dopoguerra da un inizio sotto il fungo nucleare, dalla guerra fredda con l’Urss, si  è concentrata (limitata) sull’Europa. Con esiti anche ottimi sull’europeismo nei paesi ex satelliti dell’Urss – l’effetto si rileva ora che gli Stati Uniti non si occupano più della Polonia, l’Ungheria.
L’egemonia americana è coerente con l’Europa per una affinità storica e culturale, che le consente sia il dialogo sia la difesa appropriata? In Asia si deve allora configurare come un disegno diplomatico – alla Kissinger, che però è europeo di formazione.

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