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giovedì 27 gennaio 2022

Il mito di Atene s'incarna a Firenze

La fortuna dei Medici, oltre che sulla banca, riposava sull’industria e il commercio della lana. Ancora nel Cinquecento inoltrato si assicuravano la lana delle pecore nere abruzzesi, di Santo Stefano in Sessanio, e quella dei casali di Cosenza, la pre-Sila. Ma l’ultimo capitolo Pierre Antonetti ha voluto intitolato “La decadenza dell’Arte della Lana”.
Nel Quattrocento e ancora nel Cinquecento, spiega, “la lana e la seta furono, per dirla con un contemporaneo, «i dua begli occhi di Firenze»”. È che nella seconda metà del Cinquecento “la produzione laniera passò dalle 30 mila pezze annue a poco più di tremila” – e un secolo dopo solo a mille. Una fine a pesce - un’anticipazione non inevitabile – ma anche un richiamo alla storia, che ha i suoi tempi: dopo tre secoli di fulgore la fine era inevitabile.
Per quattrocento pagine l’italianista corso dell’università meridionale francese, Aix-Marsiglia, è venuto tessendo una tela superba, di ricchezze e di peso politico, in ogni campo, in misura enorme per una città-Stato. Che con migliore esito e più a lungo ha resuscitato il mito dell’Atene di Pericle.  Con molte narrazioni, di imprese politiche ardite, e di feste, matrimoni, giochi, pitture, sculture, architetture, prostituzione, femminile e maschile. E, soprattutto, delle “arti”, che fecero la ricchezza e la grandezza della città, dei pannilana, della pelle, della concia, della paglia, e di una già evoluta “industria della moda”. E dei cambiavalute naturalmente.
Nel capitolo finale Antonetti richiama anche i persistenti roghi degli eretici in piazza - non c’è solo Savonarola – e la caccia ai sodomiti. Questa non tanto trucida ma determinata, e con robuste borse ai denunciatori – i whistleblower americani non sono una novità - da finanziare con le pene inflitte ai colpevoli1. Anche alle vittime, attive o passive, se non denuncianti.
Una lettura anche malinconica, raffrontandosi inevitabilmente l’immagine della Firenze magnifica con l’informe cittadona di oggi. Con una curiosa, piccola antologia di contemporanei, Filarete, Landucci, Poliziano. Un’altra prosa, semplice, esplicita.
Pierre Antonetti, La vita quotidiana a Firenze ai tempi di Lorenzo il Magnifico, “Corriere della sera”, pp. 485 € 7,90

 

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