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giovedì 17 marzo 2022

Aridatece le tre vecchie "i"

Dalle “Confessioni” di sant’Agostino: “Attraverserò i sensi, e il corpo, ed eccomi, sono nelle praterie, sono nei palazzi immensi della memoria. È qui che sta il tesoro delle infinite immagini lì trasportate dalle percezioni dei sensi. È qui che sta anche tutto quello che noi pensiamo, quello che le è stato affidato, che è lì, in deposito, e che l’oblio non ha ancora assorbito e sepolto”.
Il “palazzo della memoria”, che più spesso ricorre in vari trattatisti di retorica come tecnica mnemotecnica, è in sant’Agostino la storia. O l’umanesimo, spiega l’ex rettore di Bologna Dionigi: un umanesimo di cui c’è di nuovo la necessità, dopo l’ubriacatura di tecnica e tecnologia. Come ha spiegato in altro ambito, “a Prometeo è necessario affiancare Socrate”. Tornare cioè a Socrate, alla capacità critica, che solo si raggiunge con la conoscenza e la riflessione della memoria, di ciò che siamo nel mentre che facciamo e di ciò che siamo stati.
Questa è la conferenza che lo studioso ha tenuto alla Biblioteca Vaticana nel 2019, senza la vis polemica ma con chiarezza: la sperimentazione è già fallimentare delle tre “i” berlusconiane, inglese, internet, impresa, bisogna al più presto rifondare gli studi su altre tre “i”: intelligere, interrogare, invenire. Il latino “invenire” nel suo duplice senso di dissotterrare la storia e di trovare il futuro. L’altro latino, “intelligere”, nel senso di cogliere (legere) i problemi nella loro profondità (intus) e relazione (inter).
Ivano Dionigi, Il palazzo della memoria, Biblioteca Apostolica Vaticana, pp. 32 € 6

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