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domenica 22 maggio 2022

Il caro-energia è qui per restare

Le sanzioni per l’invasione russa dell’Ucraina possono averlo anticipato, ma il caro-bollette era nei numeri dell’industria dell’energia da tempo. Per effetto degli investimenti sempre più ridotti, da due decenni, nella ricerca e produzione di idrocarburi. E per investimenti in fonti di energia alternative e non inquinanti non sufficienti a compensare nell’immediato la ridotta offerta di petrolio e gas. Uno squilibrio accentuato in questa fase di transizione all’economia verde dall’entrata delle grandissime economie asiatiche, tipo India e Cina, come grandi consumatori nel mercato internazionale dell’energia.
Negi Stati Uniti non si investe più nei combustibili fossili per effetto di misure legali. Gli azionisti di molte banche, incluse Bank of America, JPMorgan Chase e Wells Fargo, hanno votato risoluzioni che impegnano a chiudere il credito a chi investe in combustibili fossili. E sono ora sotto pressione i grandi clienti liquidi delle banche, come Google, Apple o Salesforce, che sono impegnati in proprio a ridurre le emissioni nocive, a fare pressione in tan senso sulle banche.   
La ricerca petrolifera è l’unico settore che non è ripartito negli Stati Uniti dopo il covid. Le ultime gare per nuovi permessi di ricerca sono andate deserte.

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