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mercoledì 19 aprile 2023

La corruzione in pista

Una miniserie di alto impatto emotivo, toccando lo sport, il settore dello sport  ritenuto il meno commerciale, l’atletica, e nell’atletica la disciplina più francescana, la marcia. Protagonisti giovani e belli. Con risultati sempre migliori. Finché non cadono nel doping: non propiamente nella dipendenza, nella droga, ma nell’uso di sostanze energizzanti proibite, perché fisicamente debilitanti, proibite dai regolamenti.
Questa è la parte giusta della vicenda che la serie mette in mostra. Il suo senso, “ilcaso”, è invece del doping istituzionale. Di quando un ateta, Alex Schwazer, dopato confesso, scontata la pena ritorna a primeggiare, e le federazioni internazionali dell’atletica, la Iaaf e la Wada, si mobilitano per eliminarlo – la parola non è eccessiva – con un’analisi “doparta”. Con un finto riscontro di doping in una finta analisi sulle urine di Capodanno.
Sembra uno scherzo e invece è successo. Perché non è vero che l’atletica è vergine, il gesto atletico è la punta di un iceberg  torbido, di interessi nazionali, di cordate politiche, e anche di corruzione.   
Massimo Cappello,
Il caso Alex Schwazer, Netflix

 

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