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domenica 16 dicembre 2012

Contro Milano, tornare ad Anghiari

È l’era Monti, dunque, dopo la Lega e Berlusconi, e la Procura di Milano. Continua l’artigliamento lombardo, per l’agonia dell’Italia. Una difesa urge, che potrebbe anche non essere cruenta, come fu ad Anghiari nel 1520. Quando l’artigliamento dei Visconti e di Milano, con l’animo e i mezzi cruenti di Niccolò Piccini, fu fermato dai fiorentini ad Anghiari con quattro sberle – “”in tanta rotta e in sì lunga zuffa”, dirà Machiavelli nelle “Istorie fiorentine”, “che durò dalle venti alle ventiquattro ore, non vi morì altri che uno uomo; il quale non di ferite o d’altro virtuoso colpo, ma caduto da cavalo e calpesto spirò”.
I milanesi scappano, morire per Milano si può evitare. Anche perché non si muore per Milano mai abbastanza. Tulle le tasse di Monti non sono riuscite a contenere il debito, e il debito in rapporto al pil, che crescono anzi a dismisura. L’Europa di Angela Merkel lo loderà per questo, perché è un inflessibile agente delle tasse.

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