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martedì 12 marzo 2013

Il Nord alla Lega, senza la Lega

La Lega governa le tre grandi regioni del Nord, Piemonte, Lombardia e Veneto, quando non esiste più come partito. Il 25 febbraio ha raccolto il 4 per cento, meno della metà del 2008. Di cui sette ottavi - il 3,5 per cento (1.350 mila voti) su 4 – sono stati raccolti da Maroni in Lombardia, candidato vincente alla presidenza della Regione sul traino di Berlusconi. Lombardia dove ora gli arresti mostrano nella Lega lo snodo della corruzione diffusa.
In Piemonte e Veneto i leghisti hanno votato Grillo. Una deriva solo naturale: quando si rompono gli argini è inevitabile che le acque corrano di qua e di là. Soprattutto sui campi incolti – per
 ignoranza, incapacità, supponenza, furbizia. Sono anche movimenti senza ritorno: il patriottismo
leghista, seppure esisteva, non si ricomporrà.
La Lega è ignobile proprio per questo, perché ha diffuso la malapianta dell’antipolitica – sotto le specie dell’ignoranza, l’estemporaneità, etc. Ma era fatta di buoni amministratori locali, di buonsenso cioè, e di spese contenute. Ora è il turno, allargandosi la deriva, di chi non ha nemmeno il diploma di ragioniere. 

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