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sabato 18 maggio 2013

Brilla Mediaset, la Rcs è una cupola stanca

Mediaset record nella settimana delle trimestrali e dei piani anticrisi, Rcs sempre in affanno, con una ricapitalizzazione indigesta ai più, e un piano di soli tagli. In una settimana micidiale apparentemente per Mediaset, con la condanna annunciata di Berlusconi a sei anni, in aggiunta ai quattro che ha già avuto. E non è tutto: Mediaset record nel 2013 di Piazza Affari, più 50 per cento, Rcs record negativo, meno 50 per cento. Pur operando sullo stesso mercato la pubblicità. Che si è contratta del 25 per cento, dai 9,3 miliardi del 2010 ai 7 in previsione quest'ano. Ma è affrontata con ristrutturazioni antitetiche: Mediaset non licenzia nessuno e non scarica nessuno sullo Stato e gli enti previdenziali con i prepensionamenti.
Sono, benché entrambi milanesi, due mondi diversi. E il migliore non è quello che si pretende tale – occupa le prime della Sala, ma se le fa pagare dallo Stato. È la superiorità del capitalismo familiare, almeno in Italia, su quello di mercato. Sempre o incapace o truffaldino. È l’ennesima prova che il “salotto buono” o “galassia” Mediobanca è solo una cordata di potere: tutte le aziende alle quali Mediobanca ha imposto il suo salotto sono andate in fallimento o l’hanno rischiato, Montedison, Fiat, Pirelli-Continental, Olivetti, Gemina-Hdp (Valentino, Marzotto, etc.), Telecom, Fonsai. Rcs, il maggiore gruppo editoriale italiano qualche anno fa, non fa che espellere personale, chiudere testate e pagare debiti. Anche ora che procede all’aumento monstre di capitale, lo fa bofonchiando, per la mancanza di un vero piano industriale, ma senza mai esporre una critica o un’idea. Come una cupola.

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