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mercoledì 11 settembre 2013

I diritti sono doveri

Sono testi tratta da “Radicamento”, la lunga riflessione del 1943 e il dopoguerra auspicabile, tradotta da Franco Fortini col titolo “La prima radice”. Il titolo è il sottotiolo di “Radicamento”, per l’esattezza: “Preludio a una dichiarazione degli obblighi verso l’essere umano”. In realtà una riformulazione della dichiarazione dei diritti. Più alcune note in materia di denaro e affari, che i curatori traggono dagli ultimi appunti, raccolti come “Écrits de Londres”.
I diritti  di Simone Weil, si ricorderà, hanno innovazioni sorprendenti, rispetto a quelli del 1789. E ognuno di essi è “un bisogno vitale dell’anima umana”, l’ordine e il castigo compresi. Sulla base, stabilisce l’incipit, del primato dell’obbligo: “La nozione di obbligo primeggia su quella di diritto, che gli è subordinata e relativa”. I diritti sono anzitutto doveri.
Anche la priorità con cui Simone elenca i suoi diritti è sorprendente: l’ordine, la libertà, l’obbedienza, la responsabilità, l’uguaglianza, la gerarchia, l’onore, il castigo, la libertà d’opinione, la sicurezza, il rischio, la proprietà privata, la verità.
Non c’è la libertà di associazione: “La libertà d’opinione e la libertà d’associazione sono generalmente menzionate insieme. È un errore. Salvo il caso di raggruppamenti naturali, l’associazione non è un bisogno, ma un espediente della vita pratica”. Questo è contestabile, Aristotele lo avrebbe contestato, ma è un atto di fierezza: esiliata e isolata, a disagio con le vecchie sinistre, non accettata dai politicanti della liberazione, fino all’ultimo Simone Weil non ha mancato di coraggio. Resterà un monumento all’onestà intellettuale, e anche alla filosofia politica.
Simone Weil, Dichiarazione degli obblighi verso l’essere umano, Castelvecchi, pp. 128 € 11

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