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martedì 6 gennaio 2015

L’Europa salvata dal Mediterraneo

L’Europa salvata dalla Grecia e dalla Spagna è solo un’ipotesi. Ma è più di wishful thinking, di un auspicio avventato.
Uscire dall’austerità è la ricetta per l’Europa. La sola - il consenso è unanime. La sola possibilità di sopravvivenza per l’Europa, per una buona metà di essa. A cui Angela Merkel e i suoi gregari, dalla Spagna, finora, ai Baltici, si oppongono, per il (piccolo, temporaneo) beneficio concorrenziale che ne derivano in confronto al resto del continente.
Tutto questo si potrebbe ribaltare quest’anno con le elezioni in Grecia e Spagna. Syriza da sola non basta. Ma se Tsipras riesce a barcamenarsi fino a fine anno, con la Spagna di Podemos allora darebbe una spallata definitiva alla jugulazione del blocco germanico. Grecia e Spagna insieme non fanno una grande forza, ma Iglesias sottrarrebbe la Spagna al fronte dell’austerità. A cui altre defezioni potrebbero seguire. Ma, soprattutto, il fronte dell’austerità si dissolverebbe di fronte al fatto compiuto di una ripresa del lavoro, dell’occupazione, del reddito, anche se in economie tutto sommato marginali dell’Unione.
Prima di Podemos, il fronte anti austerità potrebbe rafforzarsi, ma allora in modo consistente, con l’Italia. Se Renzi riuscirà a portare al Quirinale un presidente di sostanza. Uno che dia fiducia ai mercati senza essere succube di Angela Merkel.
La mina mediterranea in questo caso, con un Quirinale non più popolato da quisling, farebbe valanga. Un ri-schieramento italiano smuoverebbe le acque della Grande Coalizione coi socialisti su cui si basa il terzo Merkel.   

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