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giovedì 8 gennaio 2015

Terrorismo e libertà – 2

Un’azione militare organizzata, da tempo e in dettaglio, comprese le coperture dopo l’azione. Con obiettivi precisi: gli artisti di grande fama, Wolinski, Cabu, Charb, Tignous. Per un’azione cioè che resti negli annali. Ma non da colpisci e fuggi - da 11 settembre. Piuttosto invece nello stile della “potenza geometrica”, cioè da terroristi radicati. Che vogliono esemplari le loro azioni per fare appello alle masse - la geometrica potenza Piperno in realtà articolava così, dicembre 1978, su “Pre-Print”, numero zero di “Metropoli”, la rivista che seguiva il sequestro di Moro con la strage di via Fani: “Coniugare insieme la terribile bellezza di quel 12 marzo del ‘77 per le strade di Roma con la geometrica potenza dispiegata in via Fani” (la bellezza del 12 marzo 1977, che è centrale nel lungo saggio di Piperno, era un corteo di massa armato).
Non una novità, ma un’azione militare organizzata in ambiente che si dichiara ostile e da tempo è in allarme è un’altra cosa. È come l’attentato alla metropolitana di Londra, anch’esso in ambiente dichiaratamente ostile, contro un certo islam, e al massimo dell’allarme. È un terrorismo antilibertà che si nutre della libertà.
Si dice che questo terrorismo non è militare. Lo si dice a fini di propaganda interna, per limitare gli allarmi. In realtà lo: è addestrato, è finanziato e armato, va preciso sugli obiettivi, è endemico e diffuso, ha cioè dei collegamenti. Non si schiera, non ha falangi né artiglierie, ma questa arte miluitare è invecchiata da mezzo secolo e oltre, dalla presa egiziana di Suez.

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