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giovedì 8 gennaio 2015

Un inviato speciale speciale

Ancora questa mattina, a 85 anni, il più pronto, preciso e acuto su “la Repubblica” fra i cronisti della strage di Parigi - parigino peraltro di sentimenti, come molti parmigiani. Da qualche giorno Valli si era concesso questo libro: un vezzo forse senile, pubblicare un libro, a cui aveva sempre resistito, unico giornalista italiano. Ma niente più di una raccolta di articoli per i giornali nei quali ha lavorato, dal “Giorno” a “la Repubblica”. Cinquant’anni, quasi sessanta, di viaggi, da Agrigento e Genco Russo, il vecchio mafioso che si nega,  ai cinque continenti. Con molto terzo Mondo, come usava un tempo, la periferia delle grandi potenze.
Una traccia più che una celebrazione, benché corposa. Valli è tutto nei particolari, visti o uditi. Poca politica e poca diplomazia, molti particolari, e qualche, rara, impressione. Non arabesca, non inquadra, non ideologizza - “Un km. di corone (1.500) aprono il corteo” funebre di Togliatti è il suo reportage tipo. Contestualizza (“taglia”) anche poco, e questo, purtroppo, non aiuta, ma sempre in omaggio all’onestà: Valli è un bel decano degli inviati speciali, di pronto intervento sui teatri più diversi, professione in via d’estinzione. Più che una memoria dei fatti un manuale di buon giornalismo.
Bernardo Valli, La verità del momento, Mondadori, pp. XIV-1035 € 35

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