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giovedì 3 dicembre 2015

Recessione - 43

Le cattive notizie che non fanno notizia:

Il pil cresce meno del previsto, e nel terzo trimestre meno dei primi sei mesi.

Il pil cresce (poco) solo per i consumi, niente investimenti.

Il pil torna a crescere, ma sotto la medie dei paesi più industrializzati: negli ultimi dodici mesi è stato dello 0,8 per cento, contro l’1,2 in Francia, l’1,7 in Germania, l’1,6 della media Ue, il 2,3 degli Usa.

Gli occupati erano 23 milioni 200 mila ad aprile del 2008, sono a fine novembre 22 milioni 443 mila.
I 900 mila occupati in più degli ultimi tre anni sono ultrasessantenni: tutti quelli cui la riforma Fornero ha innalzato l’età pensionabile.

I 750 mila nuovi posti di lavoro nel 2015 sono regolarizzazioni di antichi rapporti, grazie agli abbuoni fiscali e parafiscali.

In questo quadro i posti di lavoro fissi sono aumentati di poco: da 14 milioni 587 mila a dicembre, prima degli sgravi, a 14 milioni 715 mila - di 128 mila unità.

Il tasso di occupazione in Italia – persone sul mercato del lavoro rispetto alla popolazione in età lavorativa – è in Italia di dieci punti sotto la media europea.

Le agenzie di rating non promuovono il debito italiano..

Continua la falcidie degli esercizi commerciali diffusi, in parte per la concorrenza delle grandi superficie interamente liberalizzata (privilegiata), in parte per una ripresa lenta dei consumi: una media di trenta chiusure giornaliere.

A settembre e nel terzo trimestre la produzione industriale registra un incremento dello 0,2 per cento, malgrado il calo di agosto. Ma è tutto effetto della produzione, peraltro limitata, delle auto Fiat-Fca.

I prezzi alla produzione dell’industria sono in calo ancora a ottobre. Di uno 0,1 per cento rispetto a settembre, di un - 2,9 rispetto a ottobre 2014. La situazione è di deflazione.

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